domenica 17 ottobre 2010

Un dottorato all'estero? Poco incisivo. A meno che...

Per me è stato decisivo cominciare a partecipare alla vita del Movimento ed entrare in contatto con la sua proposta educativa. Io, con il mio dottorato conseguito all'estero, non riuscivo a far smuovere di un millimetro i miei alunni dalle loro posizioni, perché insegnando non ero abbastanza incisivo. Ma quando ho cominciato a confrontarmi con la realtà – in questo caso, con le mie lezioni – come mi proponeva il Movimento, ho incominciato ad avere una libertà e una capacità di sfidare i ragazzi che prima non possedevo. Non avevo imparato chissà quali cose nuove, ma un nuovo modo di vivere nella realtà che prima non avevo. E come lo vuoi chiamare altrimenti? È evidente che è successo qualcosa che ti ha cambiato la vita. E proprio tu sei il primo a sorprendertene.[1]
Tutto (da un colpetto di tosse a un dottorato all'estero) diventa fatica sterile se non c'è quel “qualcosa”.


1) Don Julian Carròn, su Tracce di ottobre 2010.

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