martedì 28 settembre 2021

Stanno per iniziare i titoli di coda della Cielle OGM

L'epoca d'oro del movimento di Comunione e Liberazione è finita col secolo scorso, proprio quando il giovanissimo sottoscritto vi aderiva con crescente entusiasmo. Nei primi anni Duemila c'erano ancora grandi figure ai piani alti, quelle che potevi considerare più amici che capi, che ancora ritenevano sinceramente di non aver scoperto abbastanza del carisma di don Giussani e che ancora provavano genuina meraviglia nell'accorgersi che c'era molto più di ciò che avevano già visto e vissuto. E c'era ancora la speranza che i loro successori avessero altrettanto fuoco nelle vene. In altre parole, era ancora "movimento". Nel 2005 gioimmo tutti perché onore e onere passarono nelle mani del Carrón mentre Benedetto XVI ascendeva al soglio, non avremmo potuto chiedere di meglio. Pochi anni dopo e gli scricchiolii non furono più un fatto raro e inatteso.

A firmare la condanna a morte dei movimenti era stato proprio Giovanni Paolo II col suo desiderio di istituzionalizzarli. Fu come voler assumere i graffitari per metterli a fare gli imbianchini. Che ci sta pure benissimo, visto che uno dei graffitari sapeva davvero tenere in mano un pennello.[1] I movimenti erano stati linfa vitale per le parrocchie - nel senso che hanno riportato alla fede[2] gente che non l'avrebbe più ritrovata grazie alla pastorale convenzionale -, ma nelle sagrestie che contano si decise di ammazzare la gallina dalle uova d'oro[3] ingabbiando i movimenti in una cornice istituzionale, cioè dando loro la burocrazia che avevano sempre sognato. L'esser capi e capetti passava così dalla categoria "cresco nella fede" alla categoria "conto qualcosa in quest'associazione", cioè alla professione di ammannitore di prediche preconfezionate e clerically correct. Fu una valanga, perché anche nella Cielle capi e capetti sotto sotto non aspettavano altro.[4] Al punto che nel 2013 ai piani alti del movimento davvero speravano nel colpaccio (palazzo Chigi e palazzo Apostolico), salvo poi veder naufragare Scola e Formigoni e andare a regime nella spirale discendente del servile leccapiedismo clerical-untuoso.[5]

Subito dopo la recente e prevedibile stangata bergogliana ai movimenti,[6] sui gruppi social del movimento sono circolate vignette satiriche sul Carrón "il Papa mi dà altri due anni". L'impero continua a sgretolarsi, con la recente stangata ai Memores Domini, che preannunciava perfino la minaccia di uscire in massa dall'associazione (magari per fondare un Memores Carróni?) ma stavolta è Golìa ad aver ragione, visto che nella Cielle attuale il "carisma" è ufficialmente proprietà del successore (ed è triste che in tanti credano sul serio a questa cosa, anche se solo per abitudine). Davvero, bei tempi quando in qualità di ciellino ti beccavi il disprezzo del vescovo, le calunnie dei media, le molotov dei comunisti.[7] È perché non rientravi negli schemini preconfezionati di nessuno di loro. È perché portavi una novità assoluta, come Edimar, non un'omelia e un corredo di canzonette e gadget.

Ma non è solo sbarazzandosi di Carrón che guarirà il movimento.[8] È un'intera mentalità che deve andare in soffitta, c'è poco da salvare. Non ci servono discorsetti sul "tornare alle origini", perché dopo aver messo sale nel caffè è difficile convertirlo in zucchero.


1) I complimenti fatti da Giovanni Paolo II a don Giussani - «non una strada ma la strada» - dovrebbero essere sufficienti a capire quale.

2) Your mileage may vary. Diciamo meglio: che hanno evitato che affondassero nel generico ateismo paganeggiante di oggi.

3) Ammetto che l'unica seria alternativa sarebbe stata strigliare seriamente vescovi e parroci, "multando" o "tassando" chi proferisce vaccate o celebra in modo imbarazzante. Vaste programme, per dirla alla De Gaulle: è la controrivoluzione di cui la Chiesa avrebbe avuto bisogno (allontanandosi sempre più il complesso di circostanze per realizzarla) e che continua a sussistere solo in un piccolo resto costantemente aggredito e vilipeso.

4) Quando uno ritiene di non aver più altro da imparare si fa da parte con la scusa di motivi personali e familiari, lasciando convintamente le redini a chi ha energie ed entusiasmo. L'istituzionalizzazione dei movimenti ha invece trasformato i ruoli di comando in titoli nobiliari, professioni e rendite da cui non vuol staccarsi nemmeno chi non ci crede più: dopotutto bastava continuare a recitare l'omelia e distribuire ordini di servizio, bella pacchia.

5) L'ubbidienza è una forma di amicizia ma l'amicizia non può essere unilaterale. L'ubbidienza di don Giussani aveva un che di eroico che non può essere pedissequamente eseguito come se fosse una ricetta magica. Altrimenti si riduce a servilismo buonista: vedansi le lettere al Corriere, gli elogi al cardinale ateo Martini, gli applausi all'abortista Bonino….

6) Un Decreto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita dell'11 giugno 2021 esige che i capi dei movimenti restino in sella per non più di cinque anni e nelle alte sfere per non più di dieci anni consecutivi, e dà 24 mesi di tempo per eleggere i successori di coloro che hanno già superato quei termini. Che il Bergoglio abbia il dente avvelenato coi movimenti non è una novità, e la costanza vendicativa di un gesuita fa invidia a vibranio e adamantio. Naturalmente i diretti interessati stanno facendo di tutto per escogitare trucchi per schiodarsi dalla poltrona solo formalmente, ma ormai la frittata è fatta. Prima fu l'esca dell'istituzionalizzazione (cioè dell'inchiodarsi alla poltrona), quindi della bella vita (mentre i movimenti crescevano solo in irrilevanza chiesastica e in baldanza di chi abbandona), infine dell'improvviso afflosciarsi - per via amministrativa - della pacchia.

7) Sono sufficientemente giovane da aver solo potuto leggere di quel clima. Ma le battutacce squallide persino dal vescovo le ricordo bene e mi bruciano ancora. Come quando ci rispose disgustato: "quindi son questi i vostri nuovi ordini di scuderia?", senza neppure tentare di ammorbidire il tono arrogante.

8) E nemmeno facendo salire al comando quelli che da Carrón hanno avuto solo "piedi in testa" e ridicole imposizioni - come ad esempio l'esser dirottati nella San Giuseppe, la serie B dei Memores (talvolta solo per far quadrare le caselline Excel delle case o assecondare le antipatie personali di alcuni a cui non si poteva dir di no). Il problema non è organizzativo, ma di mentalità. Abbiamo una stratosferica percentuale di aderenti che magari addirittura in buona fede credono che il carronismo sia tutto sommato il movimento (cioè la giussanologia da cielloti che avevano sempre professato), limitandosi a seguire il sermone della settimana e a ripetere acriticamente il discorsetto preconfezionato del mese. Davvero, come disse don Giussani quarant'anni fa, oggi «sarebbe bello essere solo in dodici in tutto il mondo».

sabato 25 settembre 2021

La stangata ai Memores

Come previsto con largo anticipo, la Cielle Geneticamente Modificata - quella alla ricerca di Nuovi Percorsi (esclusivamente carroniani) e che perseguita i suoi membri non carroniani[1] - comincia ad essere chiaramente in rotta di collisione con la realtà. Non era difficile profetizzare cosa sarebbe successo ai Memores Domini che avevano aderito per donarsi a Cristo e che d'improvviso si ritrovano donati al clericalismo.

Così, come nei filmetti di seconda serata, la stangata arriva col sorrisetto del serpente che sta per mordere. Da oggi l'eccellentissimo Delegato Speciale - accidentalmente proveniente dalle file del movimento - assume pieni poteri sui Memores per "custodirne il carisma" (nella lingua di legno clerical-stalinista è generalmente il termine che indica la condanna a morte mediante lenta e inesorabile eutanasia). Per un Memor mancato come me[2] è ugualmente una pugnalata, sebbene inevitabile perché naturale e prevedibile epilogo di ciò a cui da tanti anni i vertici carroniani avevano preparato.

Una "fonte interna" del movimento, nel commentare come "la maggioranza dei Memores - confrontandosi con lo stesso Carrón - hanno osteggiato i provvedimenti vaticani", ha dimenticato di precisare che noi del movimento eravamo sempre stati quelli dell'ubbidienza e del massimo ossequio all'autorità della Chiesa[3] e che accoglievamo con una certa fanfara le notizie di Carrón ricevuto dal Papa, Carrón a predicare esercizi, Carrón a colloquio con tale o talaltro alto papavero ecclesiastico. Il "piano di abbandonare in massa l'associazione Memores Domini, e confluire nella Fraternità di CL", è il punto più inquietante perché si intersecano da un lato il malinteso senso di appartenenza a Carrón, e dall'altro il fondato timore che l'associazione sta per venir snaturata. Entrambe le cose indicano che è il movimento ad essere già snaturato di suo e da tempo.


1) In tempi non sospetti lamentavo l'autoriduzione a tifoserie e ad esecutori di ordini, nella Chiesa come nel movimento. Da qualche anno se ne vede l'epilogo: l'appartenenza a Comunione e Liberazione esige una professione di fede nel carronismo con particolar riguardo alle sue sottili e continue evoluzioni future. Nel piccolo come nel grande, nell'unico ciellino della parrocchia come nei Memores Domini, la persecuzione è riconoscibile, avallata dai collaborazionisti a suon di "ma dai, ma dai".

2) La tumultuosa crescita dei Memores in epoca giussaniana è stata sostituita dal fenomeno della porta girevole - tanti entrano quanti ne escono - e all'inaudita decrescita. Pur attratto da quel tipo di vita avvertivo che qualcosa non andava bene (vedasi anche nota 7 sui soviet) e mi sono trattenuto dal far passi avanti. Finché un caro amico sacerdote butta lì l'idea senza scherzare, sorprendendosi di non aver scatenato il mio entusiasmo. Accetto anche l'invito a salire sul Titanic che affonda, ma non per suonare nell'orchestrina. Se sospetto che lì dovrò donarmi anche al "dialogo" (inteso come il collaborare con entusiasmo e zelo alla quadripiloctomia apologetica dei temi clerical-bergoglioni-sagrestia) allora "scusate, ma anche no".

3) Non senza qualche goliardata. Bei tempi quando il Tettamanzi entrato in conclave Papa ed uscitone cardinale, tornato a Milano si vide accolto dallo striscione "bentornato eminenza!".

giovedì 23 settembre 2021

Frattaglie - 18

E così diverse associazioni hanno messo in piedi un piccolo spettacolino con dei disabili sul palcoscenico a recitare delle frasi di una banalità sconcertante. Se io fossi stato uno di loro, mi sarei sentito quantomeno enormemente imbarazzato. Nella mentalità comune, in quest'Epoca Televisionata, vige il dogma warholiano del Quarto d'Ora di Notorietà. Per questo mondo non puoi salvarti se non hai neppure un momento, nella tua vita, in cui sotto i riflettori raccogli applausi per aver detto o fatto una scemenza qualsiasi.

D'inverno annotavo: il freddo incattivisce. D'estate mi trovavo ad annotare: il caldo incattivisce. Mi riferivo alle temperature "estreme"… cioè, l'aver dentro casa meno di 15 gradi d'inverno o più di 27 gradi d'estate, "incattivisce".

L'epilogo della Chiesa che si vergogna di dire chi è Cristo, è la riduzione della fede al "condividi" di immaginette sdolcinate su Facebook. In particolare da parte di persone che non solo non entrano fisicamente in una chiesa da interi decenni, ma di quelle tra loro note in tutta la città per le loro malefatte e i loro peccati non esattamente nascosti.[1]

Proprio quando stavo per appassionarmi ad un autore leggo nella biografia la sua parabola discendente verso una bislacca religione e il conseguente aggiustamento dei suoi studi e del suo pensiero in funzione della sua conversione. Come a dire che un esperto di automobili si converte ai tricicli per poi dedicare le sue migliori risorse ad un vecchio catorcio di campagna abbandonato da trent'anni. Che potrebbe essere anche una cosa lodevole, se fosse stato solo un hobby. Ma mi torna in mente il principio secondo cui a furia di leggere un autore si percepisce di averlo capito, e a furia di percepire di averlo capito si pensa di essere simili a lui, cioè ci si converte alle stesse baggianate, si abbracciano le stesse stupide manie,[2] si finisce a sguazzare in una fogna qualsiasi. Avevano ragione gli antichi a dire di star lontani dai libri non santi (perché a lungo leggere, lentamente ti corrompono l'anima).

I computer di oggi hanno sufficiente potenza di calcolo, memoria e dischi da poter permettere analisi inimmaginabili fino a pochi anni fa.[3] Non a caso è in corso una guerra per il possesso dei dati, delle fonti e dei canali di trasmissione - cioè il vero petrolio del XXI secolo, e relativi "pozzi" e "tubature".[4]

Uno dei segni distintivi della società moderna è che la Patente Europea del Computer consiste nel saper maneggiare robe come Word ed Excel, prodotti commerciali della società americana Microsoft. Fino a non molti anni fa, "patente" era la dimostrazione di una abilità non vincolata a determinati prodotti di una singola azienda. Con l'epidemia della pandemenza occorre urgentemente impratichirsi sulle nuove Piattaforme (Teams, Cisco Webex, eccetera).

Trovo nella cartella spam una email che comincia con qualcosa come: ricevi questo messaggio perché desideriamo contattarti… L'egoismo moderno è sempre spacciato per un innocente e sacrosanto desiderio.

Un vecchio amico si vanta di aver diffuso nella sua università un sistema rivoluzionario (per l'epoca) che nessuno dei suoi professori fu in grado, se non di apprezzare, almeno di capire. Diversi anni dopo, quando di quel sistema se ne iniziò a parlare in TV, all'improvviso cominciò ad essere citato dai professori come una conquista della civiltà, e a poco a poco la sua esistenza veniva ufficialmente "scoperta" nelle università italiane. L'episodio, raccontatomi con aria da pionieri della tecnologia, è tristemente rivelatore di quanta ricerca si faccia nelle università italiane.

Ricordo un vecchio articolo di Tracce sul "prepararsi" per l'arrivo di don Carròn.[5] "Prepararsi", come in attesa di qualcuno importante. Sembrava di leggere il Nuovo Testamento, quando si attendeva la visita di un apostolo. O come Zaccheo che ha appena avuto risposta per l'invito che non avrebbe mai avuto il coraggio di gridare. Ed il "merito" di Carròn è tutto condensato in quelle parole: «cristianesimo: c'è qualcosa di diverso, adesso devono scoprire cos'è». Ancor prima di una dottrina, di una teoria, di una serie di operazioni liturgiche e caritative, ancor prima, c'è un "qualcosa di diverso", riconoscibile anche se non immediatamente descrivibile. È il cristianesimo, affrontato con la ragione anziché con le emozioni o l'intellettualismo.


1) E non parliamo dei Credenti nella Magica Pozione Magica, né di quelli che nonostante l'ostentata attività di sagrestia sono apertissimi ad ogni "novità" contraria al sesto e al quinto comandamento.

2) Un po' come per me, che non me n'è mai importato un fico secco di calcio, e però mi proclamo interista (perché lo era don Giussani).

3) Il mio tablet ha memoria sufficiente per contenere l'intero Pubblico Registro Automobilistico italiano (PRA).

4) Questo blog è su piattaforma Blogspot. La mia posta è Gmail. Il mio cellulare è Android. Tutti prodotti Google. Per i server dell'azienda Google io sono solo un numeretto, un insieme di informazioni, nelle quali si sa cosa cerco, a che ora cerco, quali mappe ho visualizzato, quali email ho scritto (e se le ho scritte on-line, quali bozze intermedie, dunque quale fraseggio, quali correzioni, quanto tempo ho riflettuto prima di scrivere o correggere qualcosa, quali errori grammaticali commetto e correggo…). Hanno memoria storica di me molto più di quanta ne abbia io.

5) È un ricordo lontano, di tempi non sospetti, prima che il movimento di Comunione e Liberazione si riducesse al carronismo. È sparito anche dal sito web di Tracce nonostante la propensione a non gettar via nemmeno una briciola. Lo ritrovo solo in web archive.