mercoledì 21 luglio 2021

Divorzi ciellini

Quel vecchio detto ("parroco santo, parrocchia fervente; parroco fervente, parrocchia pia; parroco pio, parrocchia tiepida; parroco tiepido, parrocchia devastata") si può applicare anche al rapporto fra vescovi e parroci, e anche al rapporto fra il movimento (la Fraternità, e anche i Memores) e gli aderenti.

Credo di essere abbastanza vecchio perché già da ragazzino ho sentito continuamente dire: "mandateci in giro nudi ma non togliereci la libertà di educare", un'espressione usata fin dagli inizi del movimento e che ci veniva commentata con "non serve conservare le strutture", ma il fuoco dentro, la possibilità di educare, di far conoscere ciò che di grande abbiamo incontrato. Invece, da un po' di anni a questa parte[1] - e in modo stranamente più marcato a partire dal pontificato Bergoglio - l'imbattibile sottinteso sembra essere quello di conservare le strutture principali (a cominciare dal fondo comune, con un'insistenza divenuta ormai sospetta), o abbandonarle per inedia e farsene persino un vanto, mentre l'educare diventa se non secondario, annacquato.

Vengo oggi a sapere dell'ennesimo divorzio di una coppia di ciellini,[2] con amarezza e senza troppa sorpresa, aggravato dal fatto che lei ora è "compagna" di un ex Memor,[3] il quale evidentemente al calore della vita consacrata ha preferito quello della sottana usata e appassita. Ora, a mia memoria, statisticamente gli aderenti al movimento avevano più coscienza del matrimonio che non i loro equivalenti di altri ambienti più o meno cristiani. Avevamo sempre considerato una cosa seria il matrimonio,[4] perché ce lo avevano sempre detto, a cominciare dai Memores fattisi "eunuchi per il regno dei cieli", che avevano capito benissimo ciò a cui rinunciavano e ciò che di ancora più grande stavano ottenendo.

Se al vecchio detto sopra citato sostituiamo a "parroco" diaconia centrale del movimento di Comunione e Liberazione e a "parrocchia" gli aderenti al movimento e alla Fraternità, qualche incomprimibile domanda salta su. Ed è di quelle domande che un tempo sembravano inutilmente sarcastiche o del tutto ignoranti, perché un tempo era piuttosto chiaro quello che avveniva ai piani alti, perché non ci venivano somministrate omelie ma testimonianze, fatti, scoperte.


1) Nella primavera del 2012 Carrón nella solita lettera a Repubblica diceva: «Qualche pretesto dobbiamo averlo dato». Era il segnale di una ritirata, perché lui stesso si era reso conto che certe "figure di spicco" del movimento erano responsabili dell'aver creato "qualche pretesto", ma per una bizzarra ragnatela di equilibri quelle figure non potevano essere messe ai margini (nonostante gli infaticabili distinguo del Savorana). Che poi è lo stesso motivo per cui il movimento in certe regioni non è mai cresciuto: soggetti stranamente inamovibili.

2) "Ciellino" nacque come termine insultante. Divenne poi indicazione di rispetto (nel senso di: è ciellino, non riuscirai a vendergli chiacchiere o a corromperlo), quindi titolo nobiliare (cioè: è ciellino, ha una rete di contatti che non puoi smontargli), infine è tornato ad essere insultante.

3) Che qualche prete ciellino gettasse la tonaca alle ortiche per fuggire con una donna sposata, pazienza: in quanto prete era soggetto anzitutto ai superiori (diocesani o religiosi), che potevano rendergli la vita sufficientemente impossibile mettendo le sue debolezze in condizioni di produrre il triste "risultato". Di questi tempi, per essere preti, occorre una notevole ipocrisia, una capacità di sorridere pacatamente a coloro che non vedono l'ora di pugnalarti alla schiena - a cominciare da sua eccellenza monsignor vescovo e dai confratelli nel sacerdozio -, un carattere solo apparentemente estroverso, e una cura paranoica per la propria vita privata. Ma tutto questo è vero solo perché siamo nell'epoca in cui ai vescovi interessa non che venga acceso nelle anime il fuoco della fede, ma che a fine anno pastorale tutte le caselline di tutte le parrocchie risultino marcate. Così, statisticamente, può succedere che qualche prete ciellino (cioè non robotico) si stufi di essere pressato e programmato e ceda alle grazie di qualche fiore appassito. Peccato che il fenomeno sembri non più tanto raro come una volta.

4) Perfino nelle occasioni in cui era un matrimonio "riparatore" di una gravidanza "imprevista", magari con un annetto di preparazione in più, ma sempre con la coscienza di star prendendo atto delle circostanze e con la certezza di fare ciò che è gradito a Dio.

giovedì 15 luglio 2021

Quando perfino il movimento non ha niente di concreto da dire

Sono preoccupato perché diverse persone a me care si son fatte bucare per la pozione magica e tutte solo per la "peer pressure", alla faccia di qualsivoglia consenso informato.[1] Il sapere che è un test su vastissima scala in doppio cieco, cioè che una percentuale di fortunati riceverà a sua insaputa un placebo,[2] non basta a consolarmi.

Nonostante i titanici sforzi della redazione di Tracce per produrre fervorini speranzosi, praticamente nulla di questa pandemia ha le caratteristiche di calamità naturale affrontabile da credenti e non credenti allo stesso modo. L'esecrabile Delpini e la sua esecrabile Curia ("la Messa? guardatevela in televisione"), diedero una specie di fischio d'inizio. Le immagini agghiaccianti di cinesini che morivano stecchiti all'improvviso come mosche a favor di telecamere, delle colonne di autocarri militari del Figliuolo, dell'apocalittico e irripetibile focolaio di Codogno e Vo', ormai nessuno le ricorda abbastanza da farsi qualche domanda. Le domande in voga oggi sono: l'hai ricevuto l'elisir di lunga vita?[3] Ti è arrivato il passaverde per le vacanze?[4]

Mi sento vecchio, perché ricordo un tempo - che mi sembra lontanissimo - in cui l'aver a che fare anche solo indirettamente col movimento[5] assicurava uno sguardo leale sulla realtà.[6] Leale include anzitutto onesto. Onesto implicava anzitutto il non perdere tempo in chiacchiere. Ho ricevuto vere lezioni di vita - di quelle che aprono la mente e rendono adulti - in poche parole (e zero dolore), sebbene non fossi un buon intenditore. Ho perciò sofferto come un bambino obbligato in prima fila al comizio del sindaco quando assistevo al movimento delle chiacchiere, per esempio durante quelle assemblee delle domande in cui presentatore e partecipanti si sforzavano di mettere in scena uno spettacolo ciellino[7] o durante quelle scuole di comunità in cui il presentatore faceva il solito esercizio stilistico di parlantina ciellina costellato di espressioni che nemmeno lui capiva e che accidentalmente ricordava da Milano.[8]

La crisi del movimento l'avevo correttamente identificata nel successo crescente di giussanologi e cielloti, cioè nei ciellini da salotto impegnati in un'autoriduzione cultural-professorale, o in un'autoriduzione attivistico-dopolavoristica. Non ci voleva chissà che genio per scoprirla: sarebbe stato sufficiente cronometrare la durata degli incontri, anche senza confrontarla con la densità degli argomenti trattati. Le mie migliori scuole di comunità sono state in ascensore, in auto a tarda sera, al telefono in attesa del treno, passeggiando in centro con una mezza birra in mano.[9] Ormai perfino il movimento non ha niente di concreto da dire: le solite prediche stantìe che ricalcano i titoli dei giornali di regime, sono come il sale che ha perso sapore.[10]


1) Quando ti fanno firmare una liberatoria lunga diverse pagine (come quella bancaria o assicurativa), non è mai per cautelare te.

2) Saranno altrettanto fortunati in caso di seconda dose? E nove mesi dopo, alla scadenza dell'efficacia e si porrà il problema di una nuova pozione magica, quanti saranno i fortunati ancora fortunati? È una roulette russa e coi richiami.

3) Certi ambienti (non solo on-line) sono diventati infrequentabili. I Nuovi Credenti non parlano d'altro che della sacra pozione magica da rifilare a tutti, anche ai bimbi, anche ai più riluttanti, perché i Nuovi Credenti non vedono l'ora di "uscire" dall'emergenza. Come se lo scopo della guerra contro l'Oceania (ah, non più contro l'Eurasia?) fosse non vincere, ma farla durare all'infinito.

4) Il nostro beneamato governo ha comandato che il Veerus all'aperto stia in ferie. Eppure c'è ancora gente autorinchiusa nel proprio mutandone facciale perfino quando non c'è anima viva nel raggio di chilometri.

5) Nessuno lo indicava col nome formale di "Comunione e Liberazione", che serviva solo per parlare con i giornalisti o i vescovi.

6) Quando tutti i tuoi migliori amici sono allergici al raccontarsi frottole, a poco a poco anche tu faticherai parecchio a raccontartene.

7) Ho speso ore di viaggio ed euro sonanti per una roba che a consuntivo è solo una fila di sbadigli? Se la scuola di comunità non ti cambia la vita significa che è inutile. Mi sono sforzato di parteciparvi anche nonostante gli sbadigli, per infine dover ammettere che tutte quelle che potevo raggiungere erano solo una fila di sbadigli. Mi erano rimasti solo i gioielli lontanucci - il Meeting, gli Esercizi, le vacanze, per poi vederli crollare uno a uno, fino al giorno in cui mi scoprii inevitabilmente ciellino non praticante.

8) "Ammilàno" era sempre stato il modo comune per indicare don Giussani e i suoi più vicini collaboratori.

9) Vale anche per i miei amici. Un pomeriggio, in auto, una mia reazione appena percettibilmente nervosetta insegnò ad una ragazza con un top un po' succinto molto più che un corso di teologia morale.

10) Quando è spuntato il "leone", gli esperti ciellini del "pelo di leone" non l'hanno saputo riconoscere. Nonostante il meticoloso studio del Senso Religioso e di qualsiasi cosa detta da don Giussani - persino le barzellette -, è come se fossero stati addestrati solo a tentare di farsi accettare dal mondo, dalle sagrestie e dalle curie, e prepararsi a sacrificare i figli al nuovo Baal.

martedì 13 luglio 2021

Un invito a riaccorgersi di come stanno davvero le cose

Riaccendo dopo mesi il vecchio laptop che uso solo per questo blog.[1] Sono ancora stordito dalla partita di domenica sera. Una vera liturgia, vissuta dal popolo con grande partecipazione, davanti al tabernacolo del demonio allestito in ogni dove,[2] con spirito di preghiera e di attesa, fino alla "consacrazione" conclusiva e alle manifestazioni di giubilo proseguite quasi fino all'alba.[3] Da quando l'italiano non crede più in Dio, non è che non crede più in nulla: al contrario, crede a tutto.[4] E tra le principali religioni nel Pantheon attuale - in cui non licet esse christianos[5] - vigono incontrastate il coveediotismo, il pallone, l'Elleggibbittì. Con i sommi sacerdoti del primo che acconsentono benevolmente ai partecipatissimi assembramenti liturgici del secondo e del terzo.[6]

Dalla Francia hanno appena proclamato che servirà il Passa Verde[7] perfino per un caffè al bar, scatenando lo zelo fervoroso dei fautori della Pozione Magica sperimentale che esigono che tutti se la facciano somministrare,[8] ed io che insisto a pensare che quella del presidente francese sia solo di una provocazione, che alla fine dei conti non intendano davvero obbligare i baristi a farsi poliziotti e delatori, e che la boutade serva solo per mantener viva e pimpante la comodissima aura del "vi possiamo sempre togliere i diritti acquisiti", del "gioirete quando vi restituiremo alcuni dei diritti acquisiti che vi avevamo arbitrariamente cancellato". C'è per esempio gente che ha gioito perché il Pannolone Facciale all'aperto non è più obbligatorio: evviva, il Potere Senza Nome ci ha ridato un pezzettino della libertà che ci aveva tolto:[9] tira un'arietta che nemmeno a Mosca nel 1952.[10]

Con qualche settimana di ritardo leggo che anche l'accesso al Meeting di Rimini è normato dalla Nuova Religione,[11] coi suoi obbligatorissimi sacramenti e sacramentali (Passa Verde, tamponamenti…) per consentire l'ingresso:[12] ironia della sorte, è intitolato "Il coraggio di dire io".[13] Che fine abbia fatto questo "io" di cui tanto si è parlato nel movimento da decenni a questa parte, è un mistero. È come se ogni volta che dicono che occorre riandare alle radici dell'io a riscoprire l'io nell'affermazione dell'io del cugino dell'io, significasse solo che il Buon Ciellino™ è quello che si adegua all'andazzo di moda seppellendo poi nell'intimismo ciò che ha appreso dal movimento.[14] È la prevedibile degenerazione del motto di don Giussani, "sul comodino breviario e giornale": breviario andato a farsi friggere, giornale prende posto del breviario e del cervello. Lo sguardo leale sulla realtà è diventato lo sguardo leccapiedale.[15] La libertà di nutrire qualche dubbio sui neodogmi delle neoreligioni attira quei fastidiosissimi "ma dai, ma dai" di scherno e di ordine di tacere: il Buon Ciellino™ deve per forza essere sorridente e plaudente.

Mi sembra di essere vecchio, perché ricordo un tempo in cui nel movimento chi faceva la predichetta farcita di giussanologia veniva accompagnato da derisione e sbadigli. Era un tempo in cui tutto sommato c'era un Papa non grande ma almeno decente. Era un tempo in cui ampie sacche del movimento, talvolta anche dietro una facciata "parrocchial-compatibile", erano ancora luoghi dove si viveva qualcosa di grande, qualcosa per cui persone che avevi appena conosciuto si dicevano fiere di essere parte di quella storia - ed proprio ciò che avresti detto anche tu in quel momento. Non dovrei dunque sorprendermi che il movimento, efficacemente snaturato e ormai prossimo al capolinea, sia sempre più ossequioso e servile verso il mondo.[16]


1) Grande lezione di informatica: usare dispositivi diversi per compiti diversi. Non usare il cellulare per Amazon. Non usare il PC di lavoro per il blog personale. Non navigare spensieratamente col browser in cui sei loggato col tuo nome e cognome a vari servizi….

2) In spregio alla religione calcistica, durante la Sacra Funzione della Finale degli Europei sono uscito per una passeggiata. Ed ho notato questi circoli di preghiera nei cortiletti e nei crocicchi, con gente di tutte le età assorte davanti al tabernacolo del demonio, e l'unico traffico di veicoli era composto dai rari ritardatari - frettolosissimi di rientrare a casa per la sacra liturgia - e dai rider che correvano a consegnare cibo.

3) Una squadra di pagatissimi scalcianti pallone si è aggiudicata un trofeo europeo nel contesto delle attività di una branca dell'industria dell'entertainment. Ho chiesto retoricamente agli amici quanta cagnara avrebbero fatto gli italiani se anziché una vittoria calcistica ci fosse stato l'annuncio dell'improvvisa e definitiva conclusione della pandemia.

4) Con questo caldo di metà luglio c'è gente che indossa il Mutandone facciale anche in auto guidando sulle colline deserte. Roba che neanche il rosario nella borsetta di un'aspirante suora.

5) Nerone è all'opera in Canada: è bastato qualche titolone sparato in prima pagina per veder dar fuoco alle chiese nella generale indifferenza.

6) Inutile dire che passate le canoniche due settimane, non ci sarà il super-mega-boom di nuovi "casi", né tra i tifosi della nazionale, né tra i partecipanti al Pride: non si trattava mica di un assembramento per la consumazione di un caffè al tavolino del bar. Ormai del Variantissimo Veerus sappiamo tutto, orari di lavoro con turni di notte, straordinari contro il mondo della ristorazione, assembramenti accettabili e inaccettabili, rispetto pedante dei confini amministrativi regionali… Seguiamo con attenzione i telegiornali per conoscere la Novità della Settimana, la castroneria a cui improvvisamente - contrordine compagni! - dobbiamo prestare l'ubbidienza della neo-fede.

7) L'uso maniacale di sinonimi è necessario perché i filtri automatici delle Grandi Piattaforme dell'Internet potrebbero preventivamente censurare qualsiasi cosa bestemmi i Nomi Sacri della NeoReligione, i suoi Sommi Sacerdoti, i suoi Sacramenti.

8) Circola (inutilmente) la vignetta satirica: "ma se sono così sicuri della sua efficacia, perché hanno paura di chi non se lo fa?".

9) Come quella scena orwelliana in cui arriva la notizia che la razione di cioccolato è stata elevata a 25 grammi alla settimana, accolta da un interminabile applauso, poco tempo dopo che era stata dimezzata da 40 a 20 grammi alla settimana….

10) Solženicyn dedica lunghe pagine di Arcipelago GULag per tentare di rispondere alle domande retoriche di chi non ha assaggiato lo stalinismo: "perché non vi siete ribellati? perché eravate così ligi al sistema? perché non siete scappati?…".

11) Ormai da un po' sono un ciellino credente ma non praticante il movimento di Comunione e Liberazione, in speranzosa attesa che venga svecchiato e ripulito dalle incrostazioni che lo hanno reso identico alla caricatura di sé stesso. Molto comico che nella sezione Fruizione Digitale delle Info Utili del sito web del Meeting si dica che posso nientemeno che "scoprire la ristorazione": il gelato me lo devo gustare in streaming?

12) Il sottinteso è che il sacramentale dei Mutandoni Facciali è pressoché inefficace, ma ugualmente obbligatorio. Bispensiero orwelliano, requisito fondamentale della neo-religione.

13) Si tratta ovviamente di un "io" non autorizzato a pensare che nella Pozione Magica siano possibilmente presenti linee cellulari di bambini abortiti. Dopo aver procurato una plaudente claque alla Bonino presso il Centro Internazionale del movimento, non c'è da meravigliarsi.

14) Certi capetti del movimento non si rendono conto di star facendoti un predicozzo interminabile per dirti che la massima libertà dell'io sarebbe quella di adeguarsi alle mode del momento. Cianciano di libertà e poi ti guardano in cagnesco se nutri legittimi dubbi sulla Pozione Magica. Dai vertici del movimento mi sarei aspettato sul tema almeno un invito alla cautela e alla libertà personale. Ma mentre il don Giuss era ancora vivo era già tutto un fervido tentare di sdoganarsi presso la società civile, cioè in quello che nel Vangelo di Giovanni vien chiamato sprezzantemente "il mondo".

15) Comprensibile - ma non sempre giustificabile - che il Meeting debba adeguarsi alle normative civili, anche quelle più discutibili, anche quando è richiesto di bruciare incenso agli idoli, e ci saranno dei capetti d'alto loco del movimento che diranno: abbiam sempre fatto trenta, dai, facciamo trentuno, non vorrete mica lamentarvi proprio adesso?

16) Con "movimento" si indicano non le intuizioni fondamentali del fondatore che non voleva fondare nulla, ma la "linea" di capi e capetti (che è la prima cosa che motiva ad entrare o a uscire). Per questo il movimento può affondare (o rinascere altrove) nonostante le intuizioni fondamentali del Giuss restino valide. Il carronismo oggi vigente è una buona strada verso l'eutanasia di quell'aggregazione ecclesiale che in tempi non lontani era l'incubo e la malasorte di progressisti laici e non. Probabilmente oggi Giussani ripeterebbe di nuovo ciò che disse nel 1981, «sarebbe bello essere solo in dodici in tutto il mondo».