sabato 8 gennaio 2022

Non mi avrebbero creduto

Da quel tristissimo giorno in cui la curia delpiniana ha annunciato che la Messa "potete seguirvela in tivvù" ho capito - seppur tribolando un po' prima di accettarlo - che la valanga era irrimediabilmente cominciata. Le valanghe non c'è verso di fermarle, tanto meno con ragionevoli parole.[1] A confermare quel senso di completa disfatta c'è stato tutto il pregresso di anni e anni di delusioni cocenti («spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate…»), alternate a piccoli momenti di gioia per delle quisquilie che andavano controcorrente. Nel mio piccolo ho sperato - in tanti abbiamo voluto sperare - di contribuire a tener sveglio un piccolo resto, vedendo che quel piccolo resto si riduceva sempre di più.[2]

Si è ridotto ancor più oggi. Amici che avevano faticosamente (e costosamente) resistito al farsi amministrare l'Elisir di Lunga Vita e Prosperità hanno accettato di svendere la propria salute in cambio dello stipendio.[3] Già da tempo, memore delle numerose pagine a cui Solženicyn aveva dedicato a rispondere alle obiezioni "ma non potevate far qualcosa? non potevate dir qualcosa?", ho cominciato a prepararmi le sgradite (tali saranno) risposte. E cioè che non potevo essere io a decidere nelle loro tasche. E che qualsiasi cosa avessi detto di non allineato all'orchestra mediatica avrebbero sospettosamente e retoricamente reclamato "fonte? fonte? fonte?", col sottinteso che qualsiasi fosse stata la fonte doveva essere troppo poco importante visto che i media non ne parlavano con religioso ossequio. E che non potevo capire le pressioni sociali e lavorative che loro - raramente a torto - ritenevano di subire. E che non capivano (o fingevano di non capire) che è completamente irrazionale pagare per la prima volta il pizzo al mafioso nella speranza che non te lo chieda più.

Perfino gli amici del movimento - quelli che mi spiegavano lo sguardo leale sulla realtà secondo tutti i suoi fattori - si sono arresi. Arresi perché hanno confuso il decidere col decisionismo. Arresi perché hanno creduto che tutti i fattori della realtà fossero perfettamente rappresentati dai notiziari e dalle grida manzoniane mediatiche. Arresi perché erano di quelli espertissimi della composizione del singolo pelo del leone, ma un leone intero non l'avevano mai visto.[4] Ergo, se il notiziario ti dice che c'è l'Apocalisse ma che ti salverai grazie all'Elisir di Lunga Vita e a un po' di restrizioni ("due settimane per appiattire la curva" delle banane, e il resto è stato la prevedibile valanga), hanno scambiato l'ingenua baldanza con l'ingenua ignoranza. E pure quelli dotati di sufficienti (e più che fondate) paure riguardo all'Elisir anti-Sovrappopolazione, alla fine hanno ceduto: "non posso fare a meno dello stipendio".[5]

"Mi tolgono lo stipendio" mi è stato detto da più persone - e sempre con la voce stridula di chi ha un problema da risolvere e non sa immaginare altra soluzione che quella fornita dai telegiornali - nel corso di diversi mesi, quando ancora si poteva sperare che per settembre-ottobre, novembre al massimo, la valanga si sarebbe fermata. Se un giorno avranno ancora vita e salute per rimproverarmi, dovrò rispondere anche che conoscevo benissimo i sacrifici da loro fatti per una vita intera per guadagnarsi quel posto di lavoro, e che sarei apparso fastidiosissimo se avessi detto una qualsiasi parola vagamente interpretabile a "rinuncia al posto". E soprattutto, che loro non erano così stupidi e ignoranti da non sapere quanto svantaggioso (e tutt'altro che autoconclusivo) fosse il mercimonio sull'Elisir.

Non avevo autorità. Non mi avrebbero creduto. Avrebbero provato enorme fastidio anche solo ad ascoltare la sintesi della sintesi delle principali motivazioni.[6] Un giorno i sopravvissuti tenteranno di chiedere (a me e a quelli come me) dove diavolo eravamo durante i bombardamenti (mediatici e sanitari), perché non abbiamo reagito con parole e opere.[7] Non avevamo autorità, non saremmo stati ascoltati nemmeno ricordando loro "fino a poco tempo fa voi stessi mi dicevate così e cosà".[8] Non ci avreste creduto. Magari, addirittura, avreste lamentato che eravamo i soliti piagnoni lamentosi, che non avevamo lavorato abbastanza per documentarci bene e spiegar meglio, che agivamo secondo le nostre paure anziché secondo la loro "ragione". E così i ragionatori - anche quelli del movimento -, a furia di "ma dai, ma su, ma dai" hanno volenterosamente ceduto. Via il dente, via il dolore? Macché.

Non hanno voluto credere, nemmeno quando le libertà diventavano dipendenti dall'abbonamento all'Elisir. Non hanno voluto credere, neppure quando si ammalavano. Nemmeno quando ci rimaneva secco un amico o parente. Nemmeno quando la luce in fondo al tunnel, anziché avvicinarsi, si allontanava. Soprattutto, non hanno voluto distaccarsi da quel conformismo che per una vita intera, a parole, avevano sempre combattuto. Avendo smesso di credere in Dio, hanno cominciato a credere nel Fato anche contro l'evidenza.[9] Eppure, ve l'avevamo raccontata un milione di volta la barzelletta dei detenuti che vorrebbero fuggire dal carcere: quel carcere ha dieci cinte murarie concentriche, e quando arrivano a superare la nona e vedono la decima dicono: "no, basta, torniamo indietro, troppo faticoso, non ne usciremo mai". E sì che l'uscita si sarebbe avvicinata proprio se la percentuale di chi accanitamente boicottava la pagliacciata fosse stata un pochino maggiore.

Mi tornano in mente con un pizzico di nostalgia quei momenti degli esercizi della Fraternità in cui ci si diceva che Cristo c'è ed opera. Ascoltare parole come quelle - quasi da pigra omelia domenicale - mi facevano crescere, perché per tutti gli esercizi si era insistito sul prendere sul serio la realtà, riconoscere la realtà, tutti i fattori della realtà, senza censurare nessun aspetto della realtà… La domanda lancinante, oggi, è come mai chi ha gustato quelle stesse lezioni è poi diventato giussanologo ed esperto del singolo pelo del lupo ma incapace di accorgersi del lupo rapace di questi ultimi due anni.


1) Il sacro Elisir, stando ai siti web "con le fonti", è stato amministrato ad un'enorme fetta della popolazione mondiale. E non sarà un caso che i paesi del centro Africa sono quelli dove c'è stata meno insistenza. Noialtri qui a bloccare tutto e tutti, a somministrare l'Elisir a tappe forzate perfino a gente che non ne aveva bisogno (i guariti, i giovani), a diventare delatori da far invidia agli apparatchik dell'epoca d'oro dello stalinismo.

2) E per soprammercato vengo sgridato: ma come, non sai che tutti nella nostra categoria hanno ottemperato? Ma come, non capisci? Ma come, pensi di saperne più di me? Eppure chi mi sgrida così sa bene di aver torto. E sa che lo so anch'io. È proprio una religione talebana, che non tollera osservazioni critiche nemmeno quando consistano nella ripetizione delle stesse parole da loro proferite fino a poche settimane fa. L'Italia che ha perso la fede in Cristo ha subito abbracciato la fede nell'Elisir di Lunga Vita e Prosperità, "grazie al quale possiamo andare al cinema e alle Poste".

3) "Comunione e Vaccinazione", ahinoi. Ahinoi.

4) Triste l'epoca in cui tutti gli isterici scovatori di rigurgiti di nazifascismo credano che in assenza di svastiche e busti del Duce non possa sussistere alcuna dittatura.

5) Non vorrei fare i conti nelle tasche altrui ma l'impressione è che costoro potessero ben sopravvivere per sei mesi senza stipendio. Ma chi sono io per giudicare coloro che per non intaccare di qualche migliaio di euro i propri sudatissimi risparmi preferiscono svendere la salute e rischiare la vita?

6) Ci si è messo di traverso anche il Bergoglio, ma guai a dirlo ai ciellini orgogliosamente intrisi di tifoseria papista.

7) Intere classi sociali si son vendute per un piatto di lenticchie perché era un'occasione tanto rara quanto ghiotta. Eppure una tale convergenza di interessi sull'Elisir non poteva essere frutto delle sole circostanze.

8) Sarebbe stato bello disporre di qualche milione di euro in banca per sopperire ai presunti mancati stipendi di tutti gli amici e parenti.

9) È proprio una neoreligione neotalebana: di fronte a "bestemmie" recitano subito le loro "giaculatorie" riparatrici, e lanciano fulmini e fiamme contro i "blasfemi" e i "non credenti".