giovedì 15 novembre 2012

C'è sempre stato, dunque... The End.

Mi è capitato anche oggi un sedicente cattolico “ben ferrato” che in un impetuoso riflesso pavloviano ha voluto a tutti i costi impartirmi la solita lezione: il peccato c'è sempre stato, dunque sarebbe inutile “scandalizzarsi” del marciume di questa società.

Sotto questo comodo sofisma il sedicente “ben ferrato” può poi proseguire nel dichiararsi sommamente indignato per alcuni precisi componenti secondari di detto marciume, minimizzando tutti gli altri e mal sopportando che non gli si dia immediatamente ragione su tutto.

La realtà è ben diversa, anzitutto per il fatto che il peccato non è inevitabile (e questo la Chiesa lo insegna perfino ai bambini). Anche il più incallito dei peccatori può -anche in modo scostante- rifiutarsi di aggiungere un'altra macchia alla sua anima, cioè può collaborare con la propria volontà (pur imperfetta) al disegno divino. E questo vale anche per una società.

Una società è “marcia” nella misura in cui il peccato è addirittura promosso e finanziato dalla legge. Dirsi che il peccato “c'è sempre stato” non è dare una risposta ma è solo un modo per eludere la domanda (dimenticando fra l'altro cosa dice la Chiesa in merito fin da quando è stata fondata). Che poi la società in cui viviamo promuova e finanzi molto di più che altre passate e presenti, è un dato di fatto che non si può coprire con paroloni gravi pronunciati con un vocione da professore pedante.

Ma il perno centrale di quel riflesso pavloviano era nello scaraventare addosso all'interlocutore il termine “scandalizzarsi”, carico di emozioni e di un'aura addirittura “liturgica”. Un'aggressione verbale condotta in modo raffinato e gentile, necessaria per evitare di andare al di là della frase fatta.

I cattolici “imborghesiti” amano vivere tranquilli. Scelgono dal menu dei neodogmi moderni quelli che più gradiscono, e li difendono a spada tratta perché hanno paura di fare la figura dei pirla quando vien fuori la coda di paglia. Per questo don Giussani augurava di “non stare mai tranquilli” (che è la stessa cosa di augurare di non essere come il fariseo in prima fila nel Tempio).

Il sedicente “ben ferrato” aveva certamente scelto dal menu il neodogma che aveva per descrizione: con questo sembrerete cattolici che si occupano delle cose importanti, sembrerete cattolici combattivi attenti agli obiettivi più famosi, sembrerete cattolici che sanno il fatto loro e che perciò possono guardare con sufficienza le discussioni che non riguardano il tema del giorno proposto dai telegiornali e soprattutto non dovrete affaticarvi la mente.