Superman returns è un film dai tratti religiosi[1]. Le vicende umane sono l'ossatura del film; c'è poca azione, quasi tutta concentrata nella scena iniziale e nella lunga sequenza finale. Le ottime musiche e le lunghe scene di silenzio la fanno da padrone.
Il supereroe Superman fu creato da due ebrei[2] che intesero dargli i tratti del Messia che si aspettavano: incapace di mentire, fortissimo e invincibile, giustiziere che lotta contro il male (sia contro il crimine, sia contro gli incidenti), pronto ad ascoltare la voce di chi gli chiede aiuto, capace di emozioni (innamorarsi, provare compassione), per il quale il supremo dovere (la Legge) viene prima di tutto.
All'inizio, dopo aver salvato i malcapitati dell'aereo usa perfino la delicatezza di entrarvi dentro e chiedere: «state tutti bene?» (non lo fa solo perché c'è Lois: questa delicatezza la rivedremo altre volte durante il film).
La sua presenza raccoglie applausi oceanici, la prima volta che appare in pubblico è riconosciuto subito da tutti, semina gioia e conforto con la sua sola presenza. Proprio come un Messia tanto atteso.
Quanto alla morale, curiosamente non ha nulla da ridire sulla convivenza di Lois (con quella «persona perbene» di Richard), tanto meno sul figlio illegittimo (di cui il film abilmente gioca a seminare indizi contrastanti), ma sulle sigarette sì[3].
Anche l'osservazione che l'aereo che «statisticamente, comunque, resta il modo più sicuro di viaggiare»[4], al di là del fatto che è fondata, al di là del fatto che viene espressa per rassicurare, è in fin dei conti un moralismo[5], confermato da quell'annuire ansiosamente con la testa come da scolaretta scoperta a copiare dalla vicina di banco.
I cattivi non sono cattivissimi in assoluto: Brutus, prima di morire, mostra che non è affatto insensibile alla musica; lo stesso Lex Luthor rende allegri i giorni della vecchia Gertrude (interessato all'eredità come gli altri parenti, ma in fin dei conti più umano di loro).
Il tratto più religioso in assoluto è quando Superman dice: «tu hai scritto che il mondo non ha bisogno di un salvatore, ma ogni giorno sento gente che piange e che lo invoca».
Superman però non è Gesù Cristo, non ne ha i tratti.
Anzitutto perché è un Messia triste.
Triste sia per il suo tratto assai sentimentale (l'innamoramento non corrisposto e l'impossibilità di realizzarlo anche nel caso in cui fosse pienamente corrisposto), sia per il suo stile non troppo divino (la coscienza dell'incapacità di far fronte ad ogni problema esistente sulla Terra).
Superman è un «messia» ma non è divino. Ha poteri pressoché divini, ma li usa come un uomo[6]. E si rende conto anche di questo limite, ma gli è impossibile fare qualcosa di diverso, è ancora “troppo umano” (durante le uscitine con la Lois non sta certo risolvendo i problemi dell'umanità come suo solito[7]).
Superman appare pertanto buono solo per essere «re» degli uomini e per “salvarli” risolvendo i loro guai. Mi dà l'idea di essere un messia Messia-tappabuchi.
La tristezza del “messia Superman” in realtà ricalca il sentimento ebraico nei confronti del Messia tanto promesso e tanto atteso, e tuttora (secondo loro) ancora non venuto[8].
Il messia-Superman viene ferito, ma torna ad essere lo stesso di prima nonostante la ferita[9]: l'esatto contrario del messia Gesù Cristo, che opera la redenzione attraverso il suo stesso sacrificio e il suo stesso sangue.
Gesù Cristo è «vittima, altare e sacerdote». Quel Superman, invece, è solo “messia” e postula la necessità di una vittima, di un altare e di un sacerdote. Superman – in particolar modo in questo film – è pertanto la rappresentazione di un messia così come viene desiderato (piuttosto di come invece potrebbe essere offerto): cioè un “eroe liberatore”.
1) Il film è del 2006, cioè di molti anni dopo la morte dei creatori del personaggio (che vide la luce nel 1934).
2) Jerry Siegel (figlio di immigrati ebrei lituani, americano) e Joe Schuster (di famiglia ebraica, canadese).
3) Superman parla contro le sigarette in quanto sigarette, ma detesta Richard in quanto rivale in amore, non in quanto “convivente non sposato”.
4) Dopo l'11 settembre 2001 il filone cinematografico di catastrofi a base di aerei si sta adeguando alle necessità del mercato.
5) Non so se avete presente quei film americani degli anni Cinquanta, nelle cui trame venivano inserite vere e proprie «catechesi» religiose e lezioni di galateo (che poi nella mentalità protestante sono pressoché la stessa cosa).
6) A cominciare da quando origlia le conversazioni riguardanti Lois.
7) Sembra quasi un'apologia del celibato ecclesiastico.
8) Fino ad oggi, la storia ebraica contiene numerosi casi di falsi messia, i primi dei quali documentati già negli Atti degli Apostoli, e fu a causa delle continue ribellioni organizzate da sedicenti messia che i Romani distrussero Gerusalemme tra il primo e il secondo secolo. L'ebraismo di oggi non è identico a quello di venti secoli fa, ma per fortuna non è questa la sede dove discuterne (o dove commentare l'espressione di papa Pio XI: «noi siamo spiritualmente degli ebrei»); in questa pagina ho voluto solo buttar giù alcune impressioni dopo aver visto il film.
9) Basterà il bacio di una donna, un po' una versione maschile di Biancaneve.
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