giovedì 28 ottobre 2010

La religione del pallone

«Per voi una semplice partita, per noi uno stile di vita», recita la scritta fatta con lo spray.

Lo stile di vita è guardare le partite: attenzione, non siate così tonti da sottovalutarle, non sono mica una “semplice” cosa! Voialtri non credenti non avete la fortuna di sapere che celebrazione grandiosa sia una partita.

L'attaccante è il celebrante, i centrocampisti sono i diaconi e accoliti, i difensori sono i ministranti. Gli spettatori e le spettatrici[1] seguono ogni minuto con attenzione, trepidazione, raccoglimento, actuosa participatio. E quando l'attaccante-celebrante consacra il goal, elevando un pallonetto nell'angolino della porta, tutti esultano entusiasti prorompendo in canti di gioia.

Il pallone è una religione esigente: «Ultras lo si è nella vita, non solo nella partita», recita un'altra scritta con lo spray. Eh, sì: esistono anche qui i “credenti ma non praticanti”, per cui qualcuno più fervoroso si è incaricato gentilmente di scriverlo sui muri per ricordare a tutti che non bisogna limitarsi alla celebrazione domenicale. E cosa dovremmo dire di quelli che dicono “non ho tempo” di seguire le partite nelle festività comandate?

Non scandalizza molto che per poche decine di minuti di celebrazione calcistica i celebranti guadagnino montagne di soldi mentre i semplici fedeli non solo non guadagnano nulla, ma si dissanguano per pagare biglietti per lo stadio, abbonamenti alle partite in TV, costi per le trasferte, un'infinità di gadget... Un buon giocatore-celebrante può costare in un anno quanto mille anni di stipendio di un fedele ma è raro veder imprecare qualche fedele (anche solo bonariamente) contro i propri beniamini, attraverso i piedi dei quali avviene la transustanziazione dallo zeroazero all'unoazero. Poco importa quanto guadagnino, poco importa che “lavorino” solo poche decine di minuti alla settimana: importa solo che preservino l'unica fede e mantengano l'ortodossia.

Il termine unica fede è utilizzato da moltissimi credenti del pallone: non avrai altra squadra di calcio al di fuori di me. Per cui è naturale deridere l'avversario. «Irriducibili», si qualificavano con lo spray alcuni credenti, «irriducibili conigli» correggeva una mano anonima di un credente di un'altra religione. Colui che ieri era il benefattore supremo, il celebrante-goleador, nel momento in cui tradisce la squadra-chiesa e passa scismaticamente ad un'altra squadra, subito diventa «merda». La fede non ammette dubbi, figurarsi i tradimenti.[2]


1) Sì, ho letto anche una scritta spray inneggiante alla «Femminilità Ultras». Penso anche che la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport ne abbia tenuto conto.

2) Curioso questo mondo dove lo spettacolo di alcuni uomini scalcianti palle provochi più momenti intensi della celebrazione dei sacramenti. Ciononostante i sedicenti atei guardano con sdegno e disappunto la Chiesa.

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