Visto che gli spazi del Meeting sono cresciuti proporzionalmente alla nuova Fiera di Rimini, avevo ingenuamente ipotizzato la possibilità di assegnare un padiglione per le celebrazioni eucaristiche durante la settimana: con tutti i preti che circolano nel Meeting...
Invece esistono tre serie ragioni che per il momento lo sconsigliano; tento di descriverle qui, di getto[1], perché oramai la mia testa è già al Meeting.
Il primo problema è di ordine pratico: la crescita tumultuosa del Meeting. Anche se di anno in anno sono stati completati nuovi padiglioni e ambienti[2], gli spazi sembrano non bastare mai.
Il secondo è un serio problema umano: non “clericalizzare” il Meeting. Ci manca solo che delle beghe curiali[3] vi guadagnino un posto d'onore, per non parlare del laicato “impegnato” e ostinatamente intraprendente[4].
Temo infatti con sincero terrore l'invasione degli autonominati “animatori” delle messe, dei canti dell'alleluia “svita-lampadine”, dei tamburi, delle “chierichette”, della gentile pretesa (ma ferma pretesa, fermissima pretesa) da parte di preti “non ciellini” di celebrare la loro messa-spettacolino con soporifera predica (magari anticiellina, progressista, eretica, oltre che noiosa), possibilmente sotto i riflettori delle TV (scoop! a cinquanta metri da un incontro della CdO c'è un “eroico” prete che predica contro la Cdo!) e via cantando.
No, non si può fare.
La radice del guaio è nella forma Novus Ordo[5] della Messa[6], cioè in come viene comunemente percepita e come viene abitualmente celebrata: c'è troppa “autocelebrazione”, ci sono troppi “animatori” autonominati e fermissimi nel difendere il loro “diritto” (?) di “animare” secondo l'uzzolo momentaneo e l'ispirazione estemporanea. Il che è in netto contrasto con lo spirito che anima il Meeting: al Meeting si viene anzitutto per vedere e per ascoltare; il Meeting non è una anarco-Woodstock di talenti autoimprovvisati e mortalmente assetati di telecamere[7].
Il terzo è perciò un problema liturgico (e dunque teologico), e costituisce un ottimo argomento di meditazione. Ne riparleremo tra un po' di giorni.
1) Questo genere di considerazioni può evidentemente comparire solo su uno sperduto blog di uno sperduto (uc)ciellino, a causa dell'abuso odierno dei termini “discutibile” e “inaccettabile”.
2) Chi le ricorda le ultime edizioni del Meeting nella vecchia fiera? sì, quando eravamo stretti come sardine... E chi non ricorda negli ultimissimi anni il tempo necessario ad attraversare il fiume in piena di visitatori per andare da un padiglione all'altro?
3) Non mi riferisco solo alla curia locale (il Meeting è nel territorio della diocesi di Rimini), ma alla complessa psicologia pretesca in generale: purtroppo non tutti i preti hanno contemporaneamente pazienza, sante intenzioni e sobrietà liturgica.
4) Al Meeting non partecipano solo “ciellini”. Per di più il miele attira le mosche non meno che la cacca: ci mancano solo le spedizioni liturgico-barbariche di quelli che “andiamo lì a celebrare”.
5) Novus Ordo è la Messa approvata da papa Paolo VI (per intenderci, quella “in italiano”); Vetus Ordo è la Messa tradizionale in latino (quella di padre Pio, quella che papa Benedetto XVI ha detto nel famoso motu proprio che non è mai stata abolita).
6) Se anche per miracolo si potesse celebrare al Meeting nella sola forma Vetus Ordo, prima o poi la sete di telecamere e l'irrefrenabile voglia di “animare” farebbero ugualmente danni. Non parliamo poi dei giornali a sparare cagate come “CL passa a Lefebvre”, dei vescovi italiani, francesi e tedeschi a minacciare fuoco e fiamme sul movimento, dei giornali di sinistra a esultare dicendo “l'avevamo sempre detto che erano oscurantisti, finalmente abbiamo la prova”...
7) Non essendovi telecamere nelle parrocchie riminesi durante la settimana del Meeting, gli autoimpegnati miracolosamente dichiarano tregua.
14 commenti:
Ciao,
Volevo chiederti se tu sai qual'è la posizione del Movimento rispetto alla S. Messa nella Forma Straordinaria.. E con questo anche se per caso ci sia seria intenzione prima o poi di celebrarla..
Ciao e grazie!
Non c'è una posizione ufficiale (e penso che sia così di proposito) ma c'è sempre stata una certa sensibilità in tema di liturgia e di canto. Appena possibile tornerò volentieri sul tema (conosco diversi preti di CL che la celebrano... qualcuno in privato, di nascosto, per evitare furiose rappresaglie curiali). Nel frattempo ti invito a leggere una pagina (inclusi i commenti!) sul blog Messainlatino ed una testimonianza.
Una proposta se sei ancora in zona ... Vista la condivisa "passione" per la messa nella forma Vetus Ordo, ti consiglio domenica prossima di frequentare quella delle ore 10 presso la Chiesa dell'Istituto Maestre Pie dell'Addolorata in Via F.lli Bandiera n. 34 a Rimini. Non te ne pentirai. Fammi sapere.
Franco
quando si parla di messe in latino subito spuntano come funghi i soliti precisini perfettini sapientini...con una conoscenza quanto meno fumettistica dei preti ciellini
Marco
Uè sbarbati, oggi c'è il Sergio che tiene l'incontro! Ci guardiamo un po' di mostre e poi, teeeeec, alla chiusura tutti al bounty sul mio cayenne! Mi piace proprio il meeting!
Teeeeec
Sono appena tornato dal Meeting e quindi conosco la situazione meglio di chi l'ha visto solo in TV.
Rispondo a tutti, anche a chi crede di contribuire con la sterile polemica.
(1) L'idea di celebrare Messe negli spazi del Meeting ha senso perché tipicamente si passa tutta la giornata al Meeting (si entra alle 11 e si esce verso le 20-22-24, pranzando e cenando lì).
Andare a Messa nelle parrocchie riminesi significa sottostare agli orari delle parrocchie e alla posizione geografica delle parrocchie. Solo in tre chiese si trovavano messe dopo le 8 (il che significa che tutti gli altri devono fare qualche acrobazia con gli orari), di cui una sola alle 9:45 (cioè senza orari vuoti tra la Messa e l'ingresso al Meeting).
Si faceva l'ipotesi delle Messe al Meeting proprio pensando a quegli orari. Ma finché non si risolvono i tre problemi citati, non è il caso di continuare a filosofeggiare.
(2) Ogni anno il Meeting "cresce". L'unico appunto che si può fare è che lo spazio dedicato a temi sociopoliticoeconomici è percentualmente maggiore rispetto agli anni scorsi, il che significa un maggiore interesse da parte di figure istituzionali e dal mondo del lavoro. Anche evitandoli come la peste, ci si poteva godere ampiamente il Meeting (come ha fatto il sottoscritto).
Ad eccezione di alcuni "spettacoli a pagamento" il Meeting è gratuito. Milioni di euro. Costi vivi, che crescono di anno in anno a causa della situazione economica e finanziaria (pensate al costo di materie prime, energia, alimentari, servizi, come è aumentato da dieci anni a questa parte). Ciononostante il Meeting è cresciuto.
(3) Ho già scritto che il Meeting nasce come proposta educativa e di incontro. Andare al Meeting significa ascoltare, vedere, capire. In questo spirito, trovo che la forma liturgica Vetus Ordo sia più adeguata (e il proverbiale buon gusto ciellino avrebbe garantito altari e suppellettili adeguati).
Il problema della Novus Ordo è che molti agiscono (sottolineo: agiscono) come se l'actuosa participatio consistesse in una sorta di "assemblea che celebra se stessa" (da qui tutta l'ironia sugli svita-lampadine e tutto il resto), che non è per niente nello spirito del Meeting e tanto meno nello stile di Comunione e Liberazione.
Tornerò presto sull'argomento, perché sono convinto (come papa Ratzinger fin dai tempi di "Rapporto sulla fede") che la crisi della Chiesa sia anzitutto una questione di liturgia.
(4) Partecipo sempre più volentieri alle Messe Vetus Ordo. Infatti ci sono anch'io tra quei «molti di noi hanno visto nella possibilità di partecipare alla santa Messa secondo il rito tridentino, un'opportunità di redenzione dai tanti abusi liturgici subiti in quarant'anni» (cfr. qui).
ciao ti segnalo questo link http://nihilalieno.splinder.com/post/23212055/e-la-chiamano-informazione
Sul numero di settembre di Tracce ho letto questa testimonianza:
Laura sta spiegando la mostra di Duccio di Buoninsegna. Un gruppo di bambini, accompagnati dalle loro maestre e da alcune mamme, ascolta in silenzio. «Finita la spiegazione i bimbi corrono fuori a giocare», racconta Laura. «Mi ferma la mamma di una di loro. Iniziamo a parlare. Mi dice di essere rimasta molto colpita da come io ho spiegato la mostra. Poi inizia a raccontare di sè. È brasiliana, da poco in Italia. Non ha molti amici, nessuno con cui condividere la fede cattolica. Deve ancora fare la Cresima, ma non sa a chi rivolgersi. All’improvviso smette di parlare. Guarda per terra. Io capisco che ha ancora qualcosa da dire. Poi riprende:“Mi accompagni tu nella preparazione alla Cresima? Non ho mai incontrato nessuno interessato alle cose e alle persone come te”». Laura rimane in silenzio e pensa a quanto è inadeguata. «Ho detto di sì. Le ho semplicemente offerto la mia amicizia. Ora ogni volta che spiego una mostra ho nella coda dell’occhio quell’incontro. Dio usa della nostra pochezza per arrivare dove non ci immaginiamo».
Quando ho letto queste parole mi è tornato in mente il primo commento fioccato su questa pagina, da leggere però con voce stridula: «qual'è la posizione del Movimento rispetto alla Forma Straordinaria...»
La "posizione" sulla "Forma Straordinaria", sì. Intanto la gente semplice riconosce che c'è qualcosa della «gloria di Cristo» senza far discussioni rispetto alle "posizioni" su tale o talaltro argomento.
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