lunedì 3 aprile 2023

Malanni psicologici e non

Se la nonna si lamentava che la musica pop dei suoi tempi era componimento poetico con accompagnamento musicale, io dovrei lamentarmi che la musica pop dei miei tempi è caos letterario su motivetti banali adattati a dilettanti con estensione vocale di mezza ottava. Ma ogni tanto capita qualche testo insolitamente rivelatore musicato in modo piuttosto professionale, nonostante siamo nell'epoca in cui il nulla prevale sul bello. Nel caso specifico - di una canzone che non nominerò perché non merita pubblicità, tanto meno il suo cantante - imbastendo un testo che ha una lettura teologica inequivocabile. È su un gioco di parole che va zigzagando fra alieni e pensieri intrusivi,[1] su una confusione fra ciò che è reale e ciò che è fuori dalla natura, sul preoccupante sentirsi ripetere “non preoccuparti”, alludendo sempre al fatto che tanti disturbi classificati come meramente psichici sono in realtà infestazioni del demonio. Al fatto che i sedicenti possessori di disturbi mentali specifici sono spesso bisognosi solo di buoni esorcismi[2] (e però preferiscono crogiolarsi nella propria penosa situazione).[3] Ma come ogni canzonetta moderna, termina prima di affermare chiaramente dove va a parare: l'ambiguità serve per far sì che ognuno interpreti a modo suo, e la maggioranza dei clienti si senta soddisfatta.[4]

Il testo ufficiale della canzone reperibile su internet non comprende le parole dette “in secondo piano” ma su un sitarello sperduto e amatoriale c'erano. Tranne una parola, reinterpretata forzosamente in positivo,[5] ma che nell'audio della canzone è chiaramente negativa (e la durezza di una consonante non lascia spazio ad equivoci). Da cui deduco che l'interpretazione teologica di quel testo è inequivocabile: l'autore, tutt'altro che cristiano, davvero stava insinuando che non tutte le patologie psicologiche sono di origine naturale.

La musica pop è tutto sommato anche un indicatore del sentimento generale della popolazione a cui è destinata. Se negli anni '50 erano poesiole musicate per gente uscita da una brutta guerra e che aveva una gran voglia di vivere e di ricostruire, nel XXI secolo è solo schifezza insensata,[6] “sacramento laico” amministrato a gente stancamente abituata a subire, ad un cadavere caldo e in decomposizione.[7]


1) Avevo già osservato che i film sugli “alieni che ti rapiscono” sono lo sdoganamento laicista del concetto di possessione diabolica.

2) Gli stessi che si fanno un vanto di bestemmiare e di sputare sulla fede e sulla Chiesa, son gli stessi che con malcelato interesse cercano robette da stregoneria, “ma solo per curiosità, eh”, sì, certo, come quelli che cercano sesso occasionale dalle Apposite Apps “ma l'ho installato solo per curiosità, eh”.

3) Lo psicologo ha sostituito da decenni il direttore spirituale. Ma in certi ambientini di universitari, è letteralmente una gara a chiedere chi conosce qualche psicologo “bravo”, “economico”, “gratuito”. Dopo una vita comoda passata fra merendine, playstation, mascherine, finzioni on-line come i Social e la DaD, all'improvviso si ritrovano adulti, in cerca di senso, in cerca della formula magica per “trovare nuovi amici”, in cerca di applausi “ehi, rispetto alla Guerra io sono dalla Parte Giusta, eh! ed anche rispetto agli LGBTP*, ed anche rispetto al Cambiamento Climatico e a tutte le altre cose di moda!” (sottinteso: come mai questa solitudine? come mai l'aver rimediato faticosamente una fidanzatina - peraltro tutt'altro che illibata al momento dell'acquisto - non basta a sopprimere quel senso di vuoto?).

4) La peggior cattiveria che ho udito su una psicologa era l'aver incoraggiato il paziente a far sesso con la fidanzata: questa, mollandolo, si è lamentata che tale psicologa ha detto al soggetto “esattamente ciò che il soggetto gradiva sentirsi dire”.

5) Anche il buon Gianni Aversano alterò un testo (da “una bestemmia per questa libertà” ad “una preghiera per questa libertà”) perché gli ripugnava invitare alla blasfemia. Ma almeno, a suo favore, c'era il fatto che nel dialetto originale bestemmia era anche sinonimo di imprecazione. Nel caso che sto esaminando io, la reinterpretazione di quel sitarello amatoriale è del tutto gratuita (perché il testo cantato realmente allude a qualcosa di preternaturale). E magari non dettata dall'ignoranza, ma dal non voler tirare conclusioni che sembrino “teologiche”.

6) Le ultime generazioni conoscono come musica solo gli effetti sonori dei videogiochi e la robaccia come io no pago afito, entrambe perfettamente descrittive della società attuale. E pensare che una volta il don Giussani lamentava l'effetto Chernobyl di ragazzi svuotati completamente dentro.

7) La supina accettazione dell'Elisir di Lunga Vita e Prosperità non sarebbe avvenuta tanto facilmente se la fede non fosse stata ridotta a un club di galateo religioso. Sembrano già svanite dalla memoria collettiva la farsa delle autocertificazioni, le strade quasi vuote per la Zona Rossa, l'isteria collettiva dei tamponamenti a catena nelle farmacie, l'imbarazzo dei commercianti riguardo al Certificato Verde e alla perdita di clienti, la multa dei Cent'Euri agli over 50….

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