lunedì 19 agosto 2019

Distruggono i franchise che parlano della vocazione

Mi sorprende sempre come ogni grossa azienda prima o poi cominci a spararsi fucilate nelle proprie ginocchia. La Marvel non è da meno, imbottendo i film dei suoi supereroi di luoghi comuni di femminismo e sinistrismi vari, rendendo sempre più inguardabili tali film.[1]

Per fortuna c'è qualche appassionato che pone rimedio. Non è la prima volta. Così, dell'ultimo Avengers Endgame, è stata diffusa una De-feminized Fanedit (aka Anti-Cheese-Cut) da cui hanno tagliato via tutte le scene intese ad accattivare quella parte di pubblico femminile ideologizzata e stupida.[2] Il risultato è ottimo, con pochi percettibili glitch: un montaggio di appena 91 minuti inclusi i titoli di coda, di qualità paragonabile ai primi del Marvel Cinematic Universe, senza scene "cheese!" (termine fotografico per dire "sorridi!" davanti alla fotocamera), senza scene "il gruppo di femmine super-eroine che salva qualche super-eroe maschietto",[3] senza abbracci né scenette melense mid-fight... Sul serio: la prima beneficiaria di questo montaggio piratesco è la Marvel stessa (che pure aveva incassato fior di soldoni da pellicole ideologizzatissime fino alla stupidità, come Black Panther[4] e Captain Marvel).[5]

Il fascino dei fumetti di supereroi - durato parecchie decine di anni e ormai estinto[6] - era per gran parte dovuto a due inconfessabili esigenze del lettore: la percepita necessità di un Messia[7] e l'interesse sul tema della vocazione. Il mondo va a rotoli e quindi anche il sedicente agnostico/ateo[8] trova conforto in una storia di un supereroe che efficacemente affronta le ingiustizie che il potere (legislativo, esecutivo e giudiziario) non riesce a toccare (o peggio le alimenta). La vita è infame e quindi anche il sedicente agnostico/ateo trova sollievo in un supereroe che segue la propria vocazione (i grossi "superpoteri" che gli danno grosse "responsabilità") a costo di vivere nel nascondimento e di distaccarsi dai propri affetti.[9]

Se da un lato è impressionante la riuscita del MCU e del DCEU (che giustifica i ciclopici investimenti di risorse), non meno impressionante è il loro declino dimostrato anzitutto dalla sfacciataggine con cui vengono infilate a forza delle scemenze "politiche" come contentino per minoranze troppo chiassose. Me ne lamento perché non suona molto logico che in un ristorante di lusso ci si veda servire una torta con una bistecca sopra, e ancor meno una torta con una scarpa usata sopra, per quanto di gran marca sia la scarpa. Certo, lo spettatore intelligente e sveglio sorvola sulla forzatura e si permette anche di deriderla. Ma il popolino bue finisce per considerare che quelle sbobbe (diversità, femminismo, omosessualismo...) devono essere temi "importanti", più del tema della vocazione (che era il vero motivo del successo).


1) Un supereroe di colore, ci sta - era nei fumetti già a suo tempo. Super-tecnologico, ci sta, altrimenti le storie sarebbero state noiosi generici combattimenti contro noiosi generici nemici. Re di una nazione africana iper-tecnologica, ci può stare, per rendere misterioso il supereroe, per costruirgli attorno una nobile storia. Ma quando oltre a tutto questo vengono infilati nel film elementi insulsi intesi solo a far gasare lo spettatore negro più stupido e arrogante e lamentoso, oltre ogni ragionevole soglia di avidità commerciale, ti viene la nausea. "Popolare", infatti, non è sinonimo degli standard più bassi possibili.

2) A leggere certi forum americani vengono i brividi per il parossismo idiota con cui la terza ondata di femminismo promuove i propri dogmi. Ma il suo successo è dovuto solo all'essere utile idiota dei poteri che contano.

3) Che un film possa prendersi qualche libertà rispetto al romanzo o fumetto originale, ci sta. Ma che tali libertà siano a senso unico, già fa infuriare il fan pluridecennale. Se poi è una manovrina prettamente politica a favore di una minoranza tanto stupida quanto chiassosa, ancor peggio. Se infine gli artifici introdotti impoveriscono personaggi e trama anziché renderli "più interessanti" o almeno "diversi" (non in senso di diversity), allora veramente si meritano la distribuzione capillare dei De-feminized fanedit aka Anti-Cheese-Cut.

4) Capii che non valeva la pena andare a vedere Black Panther quando il primissimo trailer mostrò un grattacielo con tetto di paglia. Un pizzico di pseudoscienza serve talvolta a giustificare un deus ex machina e a riconnettere un paio di storyline divergenti, ma se serve solo come contentino per gente accecata dall'ideologia (quattro gatti, sebbene molto chiassosi), rovina tutto il film. Quanto a Capitan Marvel, occorre stendere un velo pietoso multistrato: uno spottone propagandistico per le isteriche femministe americane, una sorgente di meme e nient'altro.

5) I tanto vantati incassi sono probabilmente frutto di una gigantesca corsa ai ripari: valanghe di biglietti comprati dalla Marvel stessa per ingrossare un numero già artificialmente gonfiato di spettatori.

6) L'esistenza di nicchie di appassionati è cosa ben diversa dalla religiosa abitudine di andare in edicola a comprare l'ultimo numero e correre a casa per religiosamente leggerlo con cura e attenzione. Abitudine popolare, nel senso che c'era un popolo che riconosceva valida tale agenzia educativa. Anche il sedicente ateo trovava conforto in una rappresentazione di "Messia".

7) Che ovviamente Hollywood ha "umanizzato" a modo suo...

8) L'accanito, ossessivo e irrazionale rifiuto della fede, un vero e proprio dogmatismo, una convinzione religiosa calamitante facili sarcasmi ("l'ateo, se vede un grattacielo, pensa che è sempre esistito") ed ha creato dapprima un sottobosco di sedicenti atei e di sedicenti agnostici, caratterizzati unicamente dal profondo odio alla Chiesa Cattolica, quindi una minoranza fracassona al punto che talvolta pare quasi una maggioranza.

9) Il tema della morte dei parenti, magari dovuta al "crimine", al pari di quello del distacco dalle amicizie, è un comodo artificio narrativo per descrivere un concetto equivalente all'entrata in monastero.

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