Si tratta di un cartone animato funzionale alla vendita di gadget e paccottiglie varie. Ossia di un articolato e coinvolgente spot pubblicitario inteso come minimo “a separare bambini e ragazzi dai loro soldi”.
I protagonisti si affrontano in tornei dove fanno lottare i loro magici fantascientifici pupazzetti giganti (inaudito, eh?) mentre i coprotagonisti stanno sugli spalti a fare il tifo e ad ansimare cose come: «sento che quest'esperienza segnerà per sempre la mia vita!»
Per “esperienza” la ragazzina emozionata intendeva il vedere l'uso di una mossa cruciale con una carta cruciale. Infatti il cartone veicola anche il messaggio che assistere ad uno spettacolo può «segnare per sempre la tua vita», involontariamente (involontariamente?) scimmiottando le liturgie cattoliche[1].
Uno dei dogmi fondamentali di questa società di televisionati è che il mondo è diviso in protagonisti e spettatori, con gli spettatori che fanno di tutto per sentirsi protagonisti e con degli anonimi benefattori dell'umanità[2] che si danno da fare perché ciò avvenga (e perché tutti sappiano anche quanto sia bello e piacevole essere spettatori).
Solitamente il popolo bue ignora di essere non il fruitore di un servizio ma la materia prima di un altro servizio (come nel caso dei cartoni animati sopra citati); spesso gli capita addirittura di pagare pur di essere “merce”[3]. L'industria televisiva è una dimostrazione esemplare dell'intreccio tra ideologia e profitto; la merce è l'audience, da vendere all'industria pubblicitaria o alle ideologie[4].
Un singolo spot pubblicitario giornaliero dei pupazzetti sopra citati dura mediamente quanto una lezione settimanale di catechismo: è facile intuire di quale divinità diventano esperti i nostri figli. Divinità stagionali, s'intende: quando il mercato è saturo di gadget occorre una nuova entusiasmante serie televisiva per lanciare una nuova linea di carabattole.
1) Intendo: fior di massoni si convertivano al canto liturgico di vecchie monache; popolani e aristocratici avevano la vita «segnata per sempre» dalla maestosità del gregoriano e dalle vetrate di qualche vecchia e umida cattedrale... Decisamente diverso dal partecipare ad un qualsiasi altro cerimoniale religioso. «La crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia»: la crisi della Chiesa si vede anzitutto nelle liturgie ridotte a religioso cerimoniale, partecipato più per dovere o abitudine che per insaziabile sete di Cristo.
2) Quanto carattere “sacerdotale” ha la casta di tali anonimi benefattori!
3) Vulgus vult decipi... ergo decipiatur. Il popolo bue ama essere ingannato: dunque lo si inganni.
4) Il teatrino della politica è solo uno degli strumenti dell'orchestra delle ideologie.
1 commento:
Ti ringreazio per questo blog, perchè con ingenua baldanza ci comunichi la concretezza di quello che è accaduto.
Dalle mie parti la concretezza è una cosa fondamentale.
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