martedì 21 agosto 2018

La ricentratura che non era necessaria

I carroniani dicono che le critiche a Carrón sarebbero mosse da chi critica anche e soprattutto Bergoglio. Con l'autoapplaudente e autocompiaciuto sottinteso che ciò sarebbe prova della loro sequela al successore di Pietro.

In realtà Pietro può sbagliare. Può avere "timore dei circoncisi".[1] Può addirittura rinnegare il Signore.[2] Nel seguire Pietro ci sono momenti in cui occorre solo tacere e pregare,[3] perché la fedeltà non consiste in una claque.[4] Non siamo le risate preregistrate da aggiungere nelle tracce audio di quei programmi televisivi che non fanno ridere.[5]

Era facile proclamarsi fedeli al Papa che aveva detto a don Giussani "non capisco ma vedo i frutti, vada avanti, è la strada buona". Fu ancora più facile con Wojtyla: "non una strada, ma la strada". Fu una festa con Ratzinger.

Poi arrivò "il Papa buonasera" e la musica è cambiata radicalmente. Il movimento di Comunione e Liberazione è all'improvviso dichiarato "autoreferenziale". Ci si arrabbatta per fare una "ricentratura"[6] del movimento, non a causa di una sua sbandata o di una crisi interna, ma perché i piani alti hanno deciso che ci troviamo sugli spalti dello stadio e che la squadra di casa va entusiasticamente applaudita e incoraggiata anche in caso di auto-goal o di sciopero. Era proprio questa l'eredità del Giuss?[7]

Fu esattamente quel "buonasera" l'ultimo momento utile per imparare a tacere e pregare.[8] Fu anche l'inequivocabile indicatore di cosa sarebbe successo dopo al movimento.[9] Dopo una vita intera passata a deridere certo progressismo umanitarista da sagrestia, improvvisamente ci viene chiesto di professarlo.[10] Dopo una vita intera passata a deridere gli ecclesiastici che infilavano a forza parole giussaniane a caso nelle proprie omelie per captare la nostra benevolenza, ora ci arriva la rilettura bergogliesca del Gius con obbligo di plausi.[11] Alla luce di ciò che il movimento mi ha dato in passato, ho davvero bisogno di certe novità?


1) Galati 2,11ss.

2) O anche soltanto "fuggire di fronte ai lupi".

3) Puoi seguire acriticamente solo un santo (ma è raro ricevere una grazia di tal genere). Puoi seguire chi riconosci come padre anche quando non lo capisci, ma non ha senso seguire spegnendo il cervello. Puoi voler consacrare la tua vita a Cristo, ma non ha senso entrare nei Memores se "Cristo" ti viene ultimamente ridotto alle solite astruserie (apertura all'altro, cambiamenti radicali senza precedenti, ponti anziché muri, mondo più abitabile ed ecocompatibile...).

4) Nel sentirsi riconosciuto come figlio, uno cambia. Può cambiare per gratitudine o per doverismo. Nel primo caso il cambiamento sarà indolore, sarà un giogo dolce e un carico leggero. Quando sei riconosciuto come figlio da chi riconosci come vero padre la sequela non implica grandi sforzi, perché Cristo c'entra. Nel secondo caso ugualmente la descrivi come attrattiva ma finisci presto per aver bisogno di vendere chiacchiere a coloro che non ottemperano agli obblighi che ti sei auto-inflitto.

5) Significherebbe infatti che l'io non c'entra più niente, e che il movimento è solo un discorso sul movimento. La piaga dei giussanologi, esperti del pelo del singolo pelo del leone ma incapaci di riconoscere il leone intero, consiste nel fatto che esalano continuamente paroloni ciellini ma senza più quel retrogusto di verità di fede che calamitava guai di ogni genere, dalle persecuzioni amministrative alle molotov. Per passare dall'ingenua baldanza al podio da giussanologo è spesso sufficiente cercarsi un po' di plauso dal mondo o dai capetti delle chiese locali. Oppure di confondere la figura del capo della Chiesa con l'emettitore della moda del momento a cui adeguarsi allo scopo di incassare un po' di plauso dal mondo ed un'etichetta "cattolico" da una platea immaginaria.

6) «La storia del movimento è storia di svolte, di riprese, di ricentrature»: per la sua natura stessa di movimento ha infatti sempre attratto sensibilità di ogni genere, al punto da rendere talvolta necessaria qualche ricentratura. Ma una ricentratura è possibile solo se c'è una guida che ha sempre visto bene il vero centro. Altrimenti è solo un andare alla deriva aggrappandosi alla moda del momento. Abbiamo incontrato una compagnia, non una compagnoneria: per questo diciamo volti concreti, perché c'entra la verità, altrimenti la fede sarebbe stata solo un passatempo religioso zeppo di tautologie e il movimento un'associazione di auto-aiuto con volenterosi volontari del sorriso.

7) Sono convinto che il Giuss era disponibile ad azzerare immediatamente il movimento, se avesse riconosciuto ciò come volontà del Papa. Ma è esattamente questo il motivo per cui, di fronte alle circostanze attuali, posso dire che il movimento in cui mi sono imbattuto non è lo stesso di oggi. Confondere la sequela col fungere da claque è stato l'effetto Chernobyl deliberatamente applicato al movimento. Ciò che non mi cambia non mi serve. Affannarsi a spiegare che Carrón è stato scelto da Giussani stesso è solo un modo per insinuare che il primo può reinterpretare il secondo, può trasformare il movimento sostituendo ciò che ci aveva dato beneficio con qualche astruseria temporaneamente di moda: «il visconte Cobram era quello della corsa ciclistica». Affermare che Bergoglio, seppur con sensibilità diversa, proseguirebbe la linea di Woytjla o addirittura di Ratzinger, nonostante gli sforzi di quest'ultimo, è -diciamocelo onestamente- un patetico vender chiacchiere. Noi abbiamo bisogno di essere confermati nella fede.

8) Tutto questo gonfiarsi nel parlare di "Grandi Cambiamenti Radicali Senza Precedenti", di fumose sfide "lanciate" e poi fumosamente "raccolte", di "non occupare spazi ma avviare processi"... In passato il gergo ciellino era stato criticato perché complesso, mai perché fumoso. Ora invece, con l'obbligo di ostentarsi papisti, seguono automaticamente le prediche astruse.

9) Mi scrivono: «il vostro amico Vittadini ha detto che...» Ho laconicamente risposto che in tal caso non è più mio amico. Le unioni civili, un «compromesso accettabile»? Un «altro tipo di famiglia»? Deve aver fumato roba potente, complimenti allo spacciatore. In assenza di rettifiche del Vitta al Corriere, si spera che il suo deretano resti sempre a distanza di sicurezza dalla gittata delle mie pedate. (Chissà come mai in epoca pre-bergogliana non avevo mai avuto motivi per parlare così del Vitta).

10) Quanto ci vorrà affinché nel gergo ciellino "ideale" venga sostituito da "sogno"? Lo chiedo senza alcuna ironia. Farsi beffe di certo opprimente clericalismo era uno dei modi per ricordare a noi stessi ciò che di grande avevamo incontrato (e che non richiedeva fumosi paroloni).

11) Mi ricorda una scenetta di Arcipelago GULag. Mi ricorda anche che le peggiori stangate le abbiamo avute da quegli ecclesiastici dei quali ci si affannava a dire che "hanno letto don Giussani, apprezzano il movimento, ci chiamano, ci approvano, ci apprezzano". Abbiamo davvero tanto disperato bisogno, come movimento, di rincorrere a perdifiato plausi e simpatie?

2 commenti:

alphiton ha detto...

Tu sei una persona intelligente e seria; però ti manca una cosa: l'amore.

Giorgio Canu ha detto...

Scusa, Alphiton, se dissento.
A me sembra proprio, invece, che questo post nasca da un Amore. Un amore ferito.
Per meno non si scrivono queste cose!