Qualche giorno fa ad un'assemblea degli universitari del movimento di Comunione e Liberazione, don Pino (un "pezzo grosso" del movimento) ha citato l'assemblea che si terrà a Bologna il 25 definendola "pericolosa", ed etichettando l'organizzatore come "il papa dell'Adriatico", addirittura un "nemico" del movimento.
Suo malgrado ha stuzzicato la curiosità degli universitari della Cattolica. Che magari avevano anche letto la presentazione (riportata da Socci) senza far troppo caso al volantino. Che ora invece avranno compulsato con attenzione e magari discusso sottovoce, furtivamente, nei corridoi o nei bagni, stando attenti a non farsi notare dai capetti.
È come quarant'anni fa. Solo che all'epoca si temevano i comunisti, "pericolosi" e "nemici". Oggi si temono i carroniani, che ti considerano "pericoloso", "nemico", seguace del "papa dell'Adriatico" (perbacco!), magari anche trotzkista.
Siamo dunque passati alla fase successiva del "prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci".
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