mercoledì 24 luglio 2013

Ancora sul diritto di lamentarsi

Un vecchio amico, credente nel laicismo e un po' anche praticante, con quel sorrisetto tipico di chi pensa di averti colto in castagna mi dice: «e così ora censurano i blog ciellini, eh?» Resto senza parole, per lo più chiedendomi come abbia fatto a scoprire che ho un blog.[1] Ma poi, deludendo le sue più rosee aspettative (e senza dirgli che ho un blog), gli faccio presente che non esiste nessuna “censura”, tanto meno dai vertici del movimento, ma solo la raccomandazione (ovvia) di non sostituirsi ai siti web di Tracce e del movimento quanto alla pubblicazione di trascrizioni di incontri, appunti, notizie, immagini riguardanti la vita del movimento.

Il vecchio amico però non ci sta a farsi umiliare così velocemente e sfodera subito la sua arma segreta: a pagina undici del libretto degli avvisi (sic) ci sarebbe la prova provata, la pistola fumante, la certezza definitiva della Censura Ciellina, che mi sarebbe sfuggita nonostante le attente letture. E che in realtà si limita ad affermare quanto detto sopra.

Non mi limito ad deriderlo invitandolo a leggere insieme quella “pagina undici”, no. Gli chiedo di riflettere un minutino su come mai i blog ciellini sarebbero così tanto informativi da far concorrenza nientemeno che ai vasti siti web ufficiali di CL. Per trovare notizie precise sull'Inter, ci si fida di più del suo sito web ufficiale o del blog di qualche interista passaguai? E se un giornalista costruisce una notizia sui malumori di tre o quattro blogger interisti, che evidenza abbiamo? sta facendo informazione sull'Inter oppure sta perdendo tempo in modo da farne perdere ad altri?

Il blog di un tifoso non rappresenta la squadra per lo stesso motivo per cui queste mie paginette non rappresentano CL ma solo me - e nemmeno tanto, di me: “l'unico ciellino della parrocchia” (e non per modo di dire), che butta giù qualche riga in fretta e furia quando ha tempo, non perché siano cose che gli paiano importantissime ma perché in quel momento lo hanno colpito.

Scrivere aiuta a riflettere, a fissare le idee, a trovare le parole giuste per farsi comprendere da qualche raro sconosciuto che piove qui da Google cercando tutt'altro. È una piccola lotta contro il politically correct, contro i luoghi comuni di tutti i giorni e le solite banalità in cui siamo costretti a nuotare, contro la pigrizia del fare eco (copia e incolla) di notizie altrui... insomma, è un po' un'ascesi, si parva licet componere magnis.


1) E mi ero chiesto anche se avesse letto le mie recenti geremiadi il carro sul pendio e sul diritto di lamentarsi, contro certo “ciellinismo da salotto” che discetta di esperienze non realmente vissute.

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