martedì 8 marzo 2011

Desideri "ricordati"

A volte rivedo oggetti o disegni che mi ricordano qualcosa a cui da bambino ero affezionato. Qualcosa che oggi ritengo insignificante, ma che mi dà per un attimo una fitta al cuore perché rivivo ciò che provavo nel desiderarla. Era come se all'epoca dicessi a me stesso: come sarei felice se possedessi quel giocattolo! Senza sapere quanto avrei considerato insignificante e superfluo, a distanza di non troppi anni, ciò che desideravo.

Quanto più passano gli anni, tanto più affiorano i ricordi dei desideri realizzati e non realizzati. In Paradiso deve necessariamente esser tenuto in conto tutto quel piccolo grande universo di desideri “ricordati” che ognuno di noi vede comporsi come un mosaico man mano che gli anni passano. “Aver la vita dietro, l'eternità davanti”: la vita non è stata vuota (nemmeno nei momenti in cui crediamo che lo sia), non è stata senza senso: sono “giorni nati e morti” ma con un significato impossibile da spazzar via, che riconosciamo come preziosissimo non appena un evento casuale ce ne ricorda anche la più vaga traccia.

Tutto ciò che abbiamo vissuto, anche i momenti più sofferti e difficili, non può svanire nel niente “come lacrime nella pioggia”. Quel grido che abbiamo dentro e che normalmente tutti cerchiamo di opprimere e soffocare, da solo sarebbe già sufficiente a postulare un Paradiso dove tutta questa nostra sete, tutti questi nostri desideri, tutto ciò che ricordiamo della nostra vita (e ancor più ciò che non ricordiamo), venga valorizzato, riconosciuto, mostrato, dissetato, esaltato, amato. Tutta la nostra vita (che non è neanche lunghissima: due o tre miliardi di secondi al massimo) infinitamente amata, infinitamente saziata. Non può non esistere il Paradiso.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

c'è una cosa che non capisco: il desiderio che abbiamo dentro non si può negare, ma cosa ci dice che a questo desiderio DEVE corrispondere una soddisfazione? Qual è il passaggio? Perché questi desideri che non ricevono risposta in terra, dovrebbero riceverla altrove? é una cosa che non capisco.
Margh

ciellino ha detto...

Margh,

se esiste il desiderio, allora deve necessariamente esistere una qualche soddisfazione.

Altrimenti che senso avrebbe? Non possiamo dichiarare "assurde" le cose che non capiamo.

Certamente desideri e sogni non sono del tutto "retti". Non sappiamo bene cosa desiderare. Anche Hitler voleva "giustizia".

Per questo non può essere una soddisfazione esatta.