«Se esistono le parole per dirlo, è possibile» (citazione da un libro di Veronesi).
Mentre gli ecclesiastici si affannano inutilmente a dire che la Scienza deve rispettare la legge naturale (quando non la confusa «etica»), la Scienza continua a funzionare col principio del “si può, dunque si deve”. Basta che ci sia una richiesta (cioè i desiderata di Usura, Lussuria e Potere) perché la Scienza si dia da fare. Basta che esistano “parole per dirlo”.
Eppure, più avanza la Scienza e più è evidente che quelle parole esprimono solo un sogno che perennemente rinvia ad un lontano radioso futuro. Con tanta Scienza, le carrozzelle continuano ad essere necessarie. Con tanta Scienza, il raffreddore continua ad esistere. Con tanta Scienza, il mondo è ancora diviso tra ricchi (pochi) e poveri (troppi), nel mondo si continua a morire per fame, per malattie, per lavoro, per terremoti, per alcool...
Le parole per condannare esistono. Vengono anche ampiamente utilizzate. Ma non servono a niente. La Scienza investe tantissimo nella cosmesi, mentre una confezione di Rebif 44 costa due mesi di stipendio. Il paradosso di questo ventunesimo secolo: non è la Religione ad essere impotente e traditrice, ma la Scienza.
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