Si tratta di un filmetto della categoria “spaventa-stupidi”, al pari dei vari Nightmare, zombies e tutto il resto. Il loro filo conduttore è che un entità maligna invincibile compie la solita serie di stragi per tentare di emozionare gli spettatori. La particolarità di L'ultimo esorcismo è nello spunto: ad un brillante pastore protestante, che non crede all'esistenza del demonio, viene richiesto un esorcismo.
Il film sembra un'involontaria apologia del cattolicesimo, per vari motivi. Anzitutto per il fatto che al di fuori del cattolicesimo il Male appare invincibile.
Il pastore protestante, protagonista del film, è troppo “moderno”, troppo brillante per pensare che esista il diavolo. Al punto che accetta di prendere in giro quei fedeli che in buona fede si rivolgevano a lui. Il protestantesimo terminale è una religiosità dello star bene, con tanto di ricetta di cucina tra un alleluia e l'altro.
Il protestante è abituato ad autoaccusarsi di essere peccatore. Ma quando si tratta di chiedere concretamente perdono, non lo fa, non lo sa fare, non lo ha mai fatto (al contrario, il cattolico, con la confessione frequente, sa accusarsi senza ridurre tutto ad un fatalismo, ed è perciò capace - quantomeno per l'abitudine frequente - di domandare perdono).
Il demonio protagonista del film è ovviamente “molto potente”. Nonostante ciò, commette un errore clamoroso: rivela subito il proprio nome (esattamente ciò che serve ad un vero esorcista per scacciarlo via). Ma agli autori del film questo non interessa: l'importante è costruire emozioni e farlo così come la moda del momento comanda. Anche quando involontariamente il film dimostra che i due peggiori errori che si possono fare a proposito del demonio è o di pensarlo invincibile, o di pensarlo inesistente.
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