Non solo cosa leggere, ma comeCitato dalla newsletter di ClanDestino Zoom, newsletter che consiglio di tutto cuore.
Cari amici ClanDestini,
per una volta vorrei che si parlasse non del cosa leggere ma del come leggere; perché mi sembra che ultimamente si legga allo stesso modo in cui si guarda la televisione. Seduti, comodamente o meno, si sceglie qualcosa di ben confezionato che ci distragga la mente: magari un libro che ha già pronta una riduzione video. Si cerca un’evasione o, peggio, un allontanamento dal reale: una bella storia che non c’entri affatto con la nostra vita, che non ci inquieti. E per, carità, poca poesia, che pare riservata a masochisti intellettuali o alla meglio inguaribili romantici!
Eppure anche leggere è un lavoro, se non altro è un “andare incontro” e presuppone un movimento del cuore e del cervello. Lo scrittore, se è vero, ci offre il suo di lavoro e ci dà l’opportunità di entrare a farne parte: chi scrive stipula un patto con chi legge, perché senza un lettore nessuna opera ha un senso. Da parte di chi legge invece esiste l’avventura della scoperta, l’uso del proprio giudizio e la voglia, o meglio la gioia, di fare un passo oltre, di crescere, di apprendere.
Non considero un libro buono se, una volta finito, io non mi senta almeno un po’ migliore di quando lo ho cominciato: questo è il criterio della letteratura, che è lo stesso dell’educazione.
Uno scrittore deve essere responsabile, cioè capace di risposta, di ciò che scrive appunto; ma un lettore deve voler interrogare quello che ha di fronte, non se lo può subire, come non può semplicemente restare indifferente.
Perché allora è quello che succede? Perché Herta Muller o Cormac McCarthy non hanno contrappunti italiani? Manchiamo di grandi scrittori o i migliori non vengono pubblicati perché non verrebbero letti, comprati?
Davvero siamo così disabituati a leggere bene, leggere il bello, oppure il motivo è altro, è che leggere in questo modo sviluppa un giudizio che a lungo andare può diventare pericoloso…
Prima nota a margine: per uscire dal circolo vizioso occorrerebbe togliere la TV dalla propria casa (impresa più ardua dello smettere di fumare con la sola volontà), stanziare fondi per ricostituire l'armeria (cioè la biblioteca di casa) e costringersi a recensire i libri letti (spiegando anche cosa ha spinto a leggerli). Quasi impossibile senza una compagnia, pressoché impossibile se non si sa in che direzione cercare.
Seconda nota a margine: quanto detto sullo scrivere libri vale anche per chi pubblica un blog...
Nessun commento:
Posta un commento