...C’è stata una generazione di cattolici che ha interpretato il cristianesimo prima di tutto come una morale. I ragazzi che conoscevo ieri, oggi sono cresciuti, ma non si sono spostati di una virgola. Oggi hanno bisogno di Travaglio e del suo giornaletto, che sprizza moralismo dalla prima all’ultima pagina. Costoro mettevano sempre avanti a tutto, prima di tutto, la necessità di “essere testimoni credibili”. Essere “credibile”... come se la gente si convertisse perché incontra un “cristiano onesto”! Come se Gesù Cristo avesse scelto, per fare la Chiesa, dei personaggi “credibili”, “coerenti”, tutti d’un pezzo (sappiamo tutti che bella figura faccia Pietro, il primo Papa, nei Vangeli!); come se Gesù quel giorno, sulla riva del lago, invece di fare a Pietro quella domanda perentoria, sconvolgente e commovente (“mi ami?”) gli avesse chiesto, per tre volte, un ben più banale “Sei stato onesto?”. Non è sulla coerenza che l’ha esaminato, ma sull’amore. E’ un’altra cosa, un altro mondo.Citato dal blog La Cittadella.
lunedì 12 luglio 2010
Testimoni onesti, coerenti e credibili
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