sabato 26 giugno 2010

Compare Orso: pizza e gelati

Ricordo di aver letto su un vecchissimo numero di Topolino un fumetto con Ezechiele Lupo, Bambi, Compare Orso, Cip e Ciop, in cui si parla di organizzare una festa. Compare Orso sente nominare “pizza” e “gelati” ed assume un'espressione di sorpresa, speranza e giubilo. Ma sebbene tutti si diano da fare, nel bosco si trovano solo bacche e noci (infatti la festa riuscirà malissimo).

Quell'espressione di Compare Orso, nelle intenzioni dei disegnatori, doveva far sorridere il lettore. Invece fu cento volte peggio di una fucilata nei piedi.

Era l'espressione di chi si accorge che una novità è in arrivo nella sua vita.

Tanta è la sete di novità, che anche il solo sentirla annunciare lascia a bocca aperta: “pizza? gelati?” ripete meccanicamente. “Pizza? Gelati?” ripetutamente rimbomberà in cuore a Compare Orso, non più come una domanda, ma come una grande, grandissima attesa.

“Pizza? Gelati?” Dura circa un secondo, sul cronometro, ma in cuor suo è stata almeno una settimana di festeggiamenti. “Pizza? Gelati?” A noi oggi ci sembra così poco; dopotutto, dopo averne mangiato, ognuno a casa sua e... già sulla via del ritorno si vive solo di ricordi (cioè la tristezza sta rientrando dalla porta principale), perché non è saziando lo stomaco che si diventa felici.

Quell'espressione di Compare Orso era disegnata per farmi sorridere ed invece mi ha ricordato tante volte (chissà quante altre volte me lo ricorderà ancora) che quella sete di infinito, quella sete di novità, quella sete di qualcosa di grandioso e maestoso, quella sete di un intervento “esterno” nella propria vita al fine di compierla, è talmente grande che ci basta anche soltanto il sentir nominare qualcosa di gradevole per farci star lì imbambolati come Compare Orso.

Queste cose dovrei dirle a quei due genitori che inondano di “novità” il proprio figlio (giocattoli, pizza e gelati). Compare Orso e Mamma Orsa che viziano il figlio Orsacchiotto... poiché non sanno che le più grandi attese della vita (incluse quelle più perverse) non sono altro che un flebile riflesso di quella infinita sete del cuore, che solo una “risposta infinita” può compiere.

Nessun commento: