mercoledì 7 agosto 2019

Schiavisti

Di recente mi sono permesso di rifiutare qualche Opportunità di Lavoro perché avevo la netta impressione che sarebbe stato un banale commercio: tot euro in cambio di tot ore della mia vita. Mi vien da chiedere: ma quanto valgono davvero, in euro, le singole ore della mia vita? Tale domanda non viene intaccata dalle omelie sul testimoniare Cristo attraverso il proprio lavoro. Le ore della mia vita sono contate (ma uno ci pensa solo se ha fede o quando si rende conto che giovinezza e salute non sono affatto durature). Il mio lavorare nella tua azienda può essere solo il frutto di una convenienza reciproca (non solo economica), altrimenti è mediocrità, se non schiavismo o truffa. Di questi tempi sono praticamente schiavi tutti coloro che per mantenersi (e mantenere la propria famiglia) non possono permettersi di non lavorare.

Sì, il fatto è che viviamo in una società schiavista. Una società in cui normalmente devi "vendere" le tue ore di lavoro per poter sopravvivere. E non si tratta solo di ore. Per esempio danno tutti per scontato che hai un computer, un autoveicolo, un cellulare. Ciò implica carburante, bollette, manutenzione, costosi aggiornamenti, burocrazie varie. Cioè soldi, continuamente. Certo, sono oggetti che ti fa comodo avere e che magari desideri possedere, ma se vuoi lavorare devi averli. Talvolta si può fare a meno dell'auto... in cambio di tot ore in più da pendolare. Il risultato è lo stesso: parte del tuo stipendio (e del tuo tempo libero) viene bruciato per beni e servizi che ti consentono di avere quel lavoro. Cioè riducono nei fatti quello che era il già discutibile valore economico delle ore della tua vita che stai vendendo all'azienda poiché nella tua situazione non puoi fare a meno di venderle. Fra te e un bracciante c'è poca differenza: avrai pure ferie, scrivania e climatizzatori accesi, ma non puoi permetterti di "rifiutare un lavoro" nemmeno quando noti che la scosciata segretaria nullafacente guadagna più di te che hai una laurea in ingegneria e trent'anni di esperienza sul campo, nemmeno quando noti che il passacarte annoiato prende più di te che fai servizio su strada e turni di notte.

Chi si lamenta che nel nostro paese manca una "cultura del lavoro" sta implicitamente ammettendo che siamo in una società schiavista. Chi nota il crescente fiume di burocrazia e di tasse, la scomparsa del posto fisso, il popolo dei paganti mutuo trentennale, l'ormai certa e inarrestabile estinzione delle pensioni, sta implicitamente ammettendo che questa è una società schiavista.

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