lunedì 26 maggio 2014

Il posto segreto dei funghi segreti

Fino a non molti anni fa il nonno andava per funghi e ne portava quanto basta per un paio di cene. I segreti non durano a lungo e perciò un bel giorno la moglie di un vicino di casa cominciò la procedura di avvicinamento e convincimento: voleva che suo marito e mio nonno andassero insieme per funghi. La nonna fu gentile ma irremovibile: ne parlino tra di loro, io non c'entro. Dopo parecchi mesi di alti e bassi, la “procedura” si rivelò inapplicabile (zero risultati) e per dispetto i due vicini tolsero perfino il saluto, gratificando i nonni di maldicenze trasversali e tentativi di molestie che avevano dell'infantile.

Se la nonna era stata irremovibile, il nonno lo era anche di più. Pochi anni prima un altro posto segreto di certi bei funghi era stato saccheggiato e devastato da uno che aveva ripetutamente promesso di prenderne solo per uso personale e invece li portava al mercatino rionale al negozio del suocero. E siccome il suocero ci guadagnava facilmente, il baldo giovanotto in breve tempo spazzolò via tutto - e non certo con l'attenzione di chi vuole raccoglierne anche nel futuro. Fatto sta che il nonno ci rimase malissimo ed entrò di diritto nel club dei “so dove trovarli ma porterò il segreto fin nella tomba”.

Nel primo caso c'è stata la dinamica del “vedo dunque voglio”. È un atteggiamento impropriamente chiamato infantile, visto che l'intera industria pubblicitaria vi poggia su. Non è necessario vedere coi sensi: è sufficiente l'impressione, è sufficiente lo stimolo per sognare. Basta che baleni l'idea, e la naturale propensione all'avidità farà il resto. Nel secondo caso c'è descritta la dinamica della tragedia dei beni comuni: cioè il trarre benefici senza sostenerne i costi, stimola l'avidità e la devastazione generale a danno di tutti. La tragedia dei commons è solo il naturale risultato dell'inclinazione al male.