lunedì 25 ottobre 2010

Frattaglie / 4

La copertina del numero di settembre parlava di “cose grandi”, con la foto di due che improbabilmente si riappacificano. Una foto scattata e mostrata da chi sinceramente si ostina ad aver speranza di “cose grandi”. Mentre la osservavo non riuscivo a liberare la mia testa dai soliti problemi che asfissiano le giornate: il lavoro, la famiglia, la salute... Per un attimo ho indirizzato al dialogo ecumenico questo gentile pensiero: «ma và a caghèr!» Sebbene anch'io desideri che i cosiddetti ortodossi rientrino in comunione con Pietro, ho purtroppo problemi più urgenti: al mattino, lo dico francamente, il mio primo pensiero non è per il dialogo e nemmeno per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport.

Il moralista s'è scandalizzato che il prete, cinque minuti prima di andare a celebrare messa, ha preso un caffè[1]. Il moralista si contenterebbe delle apparenze, e non contemplava il caso che quel caffè fosse utilizzato a mo' di medicinale.

Utilizzo il termine “moralista” come dispregiativo. È una scelta ponderata. “Legalista”, infatti, lascia l'immagine di uno che si contenta del rispetto (fiscale) di leggi esistenti. “Fiscale” lascia l'immagine di uno ostinato a misurare. “Puritano” lascia l'immagine di uno fissato col sesso. “Borghese” sembrerebbe uno talmente chiuso nelle sue piccinerie che talvolta sarebbe disposto a fare eccezioni. No, il “moralista” è peggio di tutto questo. Il moralista è pronto a stracciarsi le vesti per qualsiasi cosa, è pronto a fare la morale a chiunque (presente o assente), è pronto a cercare il pelo nell'uovo, ha sempre da protestare.

In fila per la Comunione mi trovo alle spalle di un giovanottone con una scritta in inglese sulla felpa. Per sua sfortuna, conosco un po' di inglese: la scritta inneggiava brutalmente al sesso e alla violenza. Uno abbigliato così va a fare la Comunione. Un moralista se ne sarebbe scandalizzato, ma in giro non c'erano moralisti (o almeno, non ce n'erano che conoscessero la lingua inglese). Io invece riflettevo su quanto passivamente assorbiamo simboli, miti e riti stranieri. Sempre meno identità, sempre minor condivisione di un destino.

Ultima frattaglia di oggi: c'è un tipo di moralisti-puritani adeguati all'era moderna: vogliono rispettare la Natura in tutto... tranne per ciò che riguarda il sesso.


1) Osservare il digiuno eucaristico (anche se limitato a soli sessanta comodi minuti) è diventato arduo, di questi tempi di caffè, gomme da masticare, merendine, caramelle, snack, mentine...

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ama Dio e fa ciò che vuoi, giusto?

Ma se ami Dio come puoi allora offenderlo col peccato?

Osservare il digiuno eucaristico è un obbligo! Non una cosa facoltativa. Quando sarai Papa potrai cambiarla. Non è da moralisti dire che è sbagliato non osservare questo digiuno. Piuttosto è sbagliato giudicare una persona, non un comportamento.

Oggi facciamo tante diete, tanti sacrifici per alla fine delle fesserie che sono vanità di vanità.. Non mangiare per 60 minuti (di cui tra l'altro normalmente la metà circa coperta dalla parte della S. Messa prima della S. Comunione) sarebbero troppi? Se non siamo nelle condizioni di fare la Comunione, non la dobbiamo fare.

Le condizioni, per quanto ne so io, sono 3:
1) Essere in Grazia di Dio, altrimenti la S. Comunione è sacrilega e si mangia e beve la propria condanna (come dice San Paolo).
2) Sapere e pensare Chi si va a ricevere.
3) Aver osservato il digiuno secondo il tempo prestabilito (1 ora).

Per i preti, per quanto ne so io, il discorso è diverso. Sono tenuti ad osservare il digiuno eucaristico, ma invece dopo la prima S. Messa della giornata possono anche prendere qualcosa. Comunque è da verificare, anche se sono abbastanza certo che sia cosi.

ciellino ha detto...

Il digiuno eucaristico non si applica ai medicinali. Il prete in questione, a causa della sua salute, ha avuto bisogno di un caffè (nel suo caso era inteso come medicinale) per poter celebrare la messa di orario.

Sì, è giustissimo il digiuno eucaristico (possibilmente più lungo di quegli striminziti sessanta minuti). Mi faccio beffe dei moralisti e delle loro fissazioni, pur sapendo che quel caffè più che spezzare il digiuno è stato un pessimo esempio per i fedeli sprovveduti.

ciellino ha detto...

L'articolo che hai segnalato è uno dei tanti tentativi (comici e patetici allo stesso tempo) di accusare CL di qualcosa: qualsiasi cosa, purché si possa accusare.

Monto ha detto...

avevo una certa stima di Beretta prima di leggere questo articolo, che tra l'altro è talmente generico da essere quasi puerile. Son d'accordo con te, è uno dei tentativi più patetici degli ultimi tempi. Ciononostante molti "moralisti" (questi sì) ci cascheranno senza aver capito un tubo.

Anonimo ha detto...

Io non voglio giudicare il prete in questione! Dico solo che bisogna stare attenti! Non vorrei che passasse il messaggio che il digiuno eucaristico non sia importante o che "siano ben altre le cose importanti".

Anonimo ha detto...

A me non sembra che attacchi "i miei amici" ma un certo modo di pensare che a volte coinvolge "i miei amici"

Wilson

Anonimo ha detto...

Teeeeeeeec!