venerdì 20 agosto 2010

Credenti e creduloni

«…È stato giustamente notato come il mondo che ha smarrito la fede non è che poi non creda più a niente; al contrario, è indotto a credere a tutto: crede agli oroscopi, che perciò non mancano mai nelle pagine dei giornali e delle riviste; crede ai gesti scaramantici, alla pubblicità, alle creme di bellezza; crede all'esistenza degli extra-terrestri, alla new age, alla metempsicosi; crede alle promesse elettorali, ai programmi politici, crede alle catechesi ideologiche (vere persistenti catechesi) che ogni giorno ci vengono inflitte dalla televisione, crede a tutto, appunto. Perciò mi parrebbe che la distinzione più adeguata tra gli uomini del nostro tempo non è tanto tra credenti e non credenti, quanto tra credenti e creduloni».
Citato da: Giacomo card. Biffi, 21 agosto 2000, Meeting di Rimini.

2 commenti:

Il Censore ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
ciellino ha detto...

Hai guadagnato una buona candidatura per il premio Fesserie 2010. Vediamo le motivazioni.

Nella citazione riportata, il cardinal Biffi confronta il cattolicesimo con tutto il resto del panorama religioso; tu invece la reinterpreti con "dominio della religione" in modo da ascrivere al cattolicesimo i problemi creati da altri (paganesimo in particolare).

A questa forzatura ne aggiungi una seconda, sorvolando di proposito sul fatto che la somatolatria, l'ufologia, la pubblicità, la new age, la televisione... sono invenzioni recentissime.

Chi nutre pregiudizi contro la Chiesa cattolica ha bisogno di avere la memoria corta, per dimenticare oltre alla storia anche la dottrina cattolica. Piaccia o no, la superstizione (e la popolazione di maghi e fattucchiere) è sempre stata inversamente proporzionale alla capillarità della diffusione del cristianesimo. Un ateo onesto, se davvero ostile alla superstizione, dovrebbe congratularsi con la Chiesa cattolica.

Leggevo che risultano censiti in Italia oltre centomila maghi e fattucchiere, che corrispondono pressappoco al triplo dei preti: un dato su cui riflettere.