lunedì 28 giugno 2010

Cinema, possessioni diaboliche ed esorcismi

Visto un film di propaganda ufologica ma con una caratteristica particolare: ciò che si vuole attribuire agli alieni è facilmente riconoscibile come possessione diabolica (ma bisogna essere cristiani per capirlo).

L'alieno parla con la lingua degli antichi sumeri: ma guarda un po', nei casi di possessione diabolica c'è sempre qualcuno che si esprime in lingue lontanissime e sconosciutissime (fenomeno che se genuino è solo preternaturale). Gli alieni lasciano una sensazione di orrore e (testuale) “senza nessuna speranza”. Ma guarda, proprio l'anticipo dell'inferno. Gli alieni che “rapiscono” qualcuno, finiscono per farlo muovere e parlare in maniera innaturale (con tanto di levitazione improvvisa), proprio come succede tipicamente alle persone indemoniate.

La sigla finale del film è talmente posticcia (testimonianze di persone che avrebbero visto strani UFO in cielo) da far capire a qualunque persona dotata di buonsenso che gli alieni non c'entrano per niente. Il film è costruito attorno a degli spezzoni video girati dal vivo con sempre la stessa videocamera (che - guarda caso! - si guasta nel video ma non troppo nell'audio; beh, comprarne una nuova non si poteva? provare con 4-5 diverse videocamere, tra digitale e analogico, non si poteva? no, altrimenti non si poteva confezionare il film come testimonianza ufologica).

L'ipotesi più ragionevole è che in quel paesetto dell'Alaska più di qualcuno si sia dilettato di sedute spiritiche e abbiano finito per pagarne le conseguenze. Ogni tentativo umano di investigare e capire quegli strani fenomeni si riduce perciò a spiegazioni di comodo come gli UFO o come disturbi psichici.

Mi è capitato poi di vedere un film su attività paranormali. Una coppia comincia a sentire rumori in casa ogni notte e filma tutto (“su fire-wire”, così non ha problemi di durata) per poi analizzare il mattino successivo quando e come si sono verificati i fenomeni paranormali.

I due, non essendo cristiani, commettono qualche imperdonabile errore: stuzzicare la presenza estranea e addirittura tentare di comunicare attraverso una di quelle board per sedute spiritiche (tutte pratiche vietatissime dalla Chiesa fin dalle origini), aggravando parecchio il problema dell'infestazione e possessione diabolica.

Quando il film sta per terminare, scoprono “su internet” che esiste gente con lo stesso problema. Si distinguono chiaramente le parole “prete cattolico” ed “esorcismo” sulla pagina web che viene mostrata. Ma come si fa a parlare di esorcismi cattolici a gente a cui non importa niente della fede? (in realtà a chiedere disperatamente l'aiuto di esorcisti sono spesso persone atee o di religioni non cristiane).

Vedo insomma che nella cinematografia recente, oltre a sputare sul cattolicesimo nei modi più sottili e meschini possibili, si riscopre il demonio (anche se si fa di tutto per non chiamarlo così). Forse, più che “si riscopre”, dovrei dire “si fa pubblicità” al demonio, con l'intento di renderlo terrificante e interessante (primo film) oppure terrificante e stuzzicante (secondo film).

I due errori che si possono commettere a proposito del demonio sono infatti il crederci troppo (e sentirlo dappertutto) ed il crederci poco e niente (vivendo come se le inclinazioni al peccato fossero risolvibili con un po' di buona volontà e con una cliccata su “Iscriviti” all'ennesimo gruppo Facebook contro qualche piaga sociale).

No, non consiglio di perdere tempo a vedere quei due film. Meglio una buona lettura, per esempio un libro di padre Gabriele Amorth. Meglio lasciar parlare l'esperto vero, perché pressoché tutti i film e i libri che trattano di esorcismi, provenendo da punti di vista deboli o discutibili, non fanno altro che spingere nelle due direzioni sopracitate (vivere ossessionati dal demonio o vivere come se il demonio non esistesse).

Ma probabilmente serve ancor meno fatica poiché, come scriveva Flannery O'Connor, “è facile acquisire una conoscenza adeguata del diavolo: basta resistergli”. Basta resistere alle tentazioni giorno per giorno.

2 commenti:

ciellino ha detto...

Mi piace così tanto la censura che censuro molto volentieri Hitler e i nazisti.

Tu invece odi la censura, e vuoi che nessuno censuri: esigi che nessuno censuri Hitler e i nazisti, pretendi che nessuno debba censurare la compiaciuta propaganda del male nazista... eppure dovresti saper bene che la compiaciuta propaganda di un male finisce per produrre proprio quel male. È un meccanismo umano naturale.

Attenta, cara, che il relativismo è una forte calamita di motteggi e sberleffi...!

ciellino ha detto...

Converrai che nessuno è così perfetto da capire sempre ed in tempi ragionevoli cos'è bene e cos'è male. Altrimenti non ci sarebbe bisogno di carceri, di penalisti, di multe, di regolamenti, di istruzioni per l'uso.

Il peccato originale fu la pretesa di conoscere il bene e il male; "conoscere" nel senso di assaggiarlo, viverlo; fu come il pretendere la libertà di poter mangiare veleno oltre che cibo sano. Con tutti i risultati che ne sono seguiti.

La parola «censura» è carica di significato negativo. Ma allora con quale termine dovremmo qualificare il fatto che nel biberon del bebé si mette il latte anziché il whisky? Con quale termine dovremmo qualificare la censura del nazismo?

Certuni pretendono di togliere la censura al veleno (però, incoerenti, non chiedono mica di toglierla al nazismo).

Dunque ciò che li spinge non è una esagerata voglia di "libertà", ma solo uno stupido pregiudizio fondato sull'ignoranza.