lunedì 8 giugno 2020

Friendzone, stavolta dal lato facile

Qualche tempo fa nello svegliarmi un mattino mi accorsi di aver sognato di stare sotto mentite spoglie in una specie di Mordor, in un pubblico assembramento di strani mostri, e per non farmi scoprire mi toccava ballare come un idiota davanti ad un'orco femmina. Praticamente la descrizione di una discoteca, in realtà era il mio subconscio che interpretava correttamente la cena della sera prima.

Un vecchio amico si era rifatto vivo e aveva proposto una cena in un superbo ristorantino a qualche decina di chilometri da qui. Venne a prendermi presentandosi senza preavviso con un esemplare di orco femmina (absit iniuria verbis). A tavola mi raccontano di un loro grazioso week-end di cui fatico a cogliere i sottintesi, e delle interazioni familiari e sociali, su cui metto all'opera il vecchio talento acquisito fin dalle scuole medie - risvegliarsi dal torpore ogni tanto e combinare brillantemente qualcuna delle ultime buzz-word ostentando attenzione e interesse. All'uscita la gentile donzella vuole andare a braccetto col sottoscritto: essendo bassina, l'aggancio involontariamente all'ascella. Insomma, il contenuto del sogno non era "discoteca" ma solo l'eco della serata e della fatica del digerire le pietanze.

Come potevasi facilmente prevedere, durante il ritorno in macchina, dopo averla accompagnata a casa, l'amico mi confida che la fanciulla vorrebbe finalmente una storia seria (notare l'avverbio finalmente[1] detto a mezza voce,[2] che non poteva tacere), e che lei avrebbe visto qualcosa in me (suppongo il mio status di celibe senza manovre in corso). Nientemeno, vorrebbe "aggiustarmi" un po' - sic! Statisticamente ho bisogno di un po' di aggiustaggio perché non appena faccio "blip" in qualche radar femminile, per prima cosa decidono di cambiarmi tutta la configurazione.[3] Suppongo che la radarista di turno non sarebbe tanto allegra[4] se sul "blip" comparisse l'indicazione "occhio che anche lui potrebbe voler riconfigurarti (a cominciare magari dal peso)".[5]

A distanza di poche settimane, me ne capita un'altra. Una che che conoscendomi quasi esclusivamente da ciò che scrivo, più forse un paio di mie vecchie foto e una singola telefonata in tempi lontani, ha scoperto di provare qualcosa per me.[6] Mi aveva lanciato più di qualche segnale - segnali che per loro natura, essendo sufficientemente ambigui e non "compromettenti", puntualmente avevo ignorato (a mia discolpa posso però dire che succede sempre e ovunque così). Avevo avuto qualche avvisaglia che avevo ignorato sapendo bene che manifestazioni di affetto non sono certo rarità in campo femminile.[7] Così, un mattino presto, mi sveglio e mi accorgo che mi ha scritto chiedendomi se sono interessato a lei come un uomo è interessato a una donna.

Da adolescente semi-ribelle moderato scoprii con dolore cosa significa essere rifiutato. Inspirai una buona dose d'ossigeno per mantenere insieme le ramificazioni del sistema nervoso e risposi da uomo, accettando la sconfitta senza i sindacalismi del "ma tu mi avevi sempre fatto capire che", sorprendendomi successivamente per la dignità delle parole con cui mi accollavo persino il conto dei suoi segnali contrastanti: "se ti dicono qualcosa, rispondi che mi sono inventato tutto". Avevo scoperto, ancor prima di leggerne come situazione drammaticamente frequente, cos'era la friendzone, diventando perciò da quel momento in poi inguaribilmente diffidente nei confronti dei mixed signals e piuttosto severo riguardo all'umano difetto di ammorbidire la propria percezione della realtà a suon di sogni e sensazioni.[8]

Dunque, quel mattino presto, appena possibile, le ho telegrafato: "Risposta breve: no", riservandomi mentalmente di dare spiegazioni più tardi visto il momentaccio. Il medico pietoso fa soffrire inutilmente il paziente, per cui meglio sembrare cinico che menare il can per l'aia. Naturalmente lei non l'ha presa bene, e mi ha scaricato addosso una serie di accuse che si riassumevano in: non sei quello che speravo che fossi. Sarà stato per l'imprinting che mi ha lasciato il movimento (l'unico posto dove si seguono ideali senza legittimare sogni), l'ho percepita come una conferma di aver fatto bene.[9]

La legge marziale in vigore (attenuata ma tuttora in corso) ha impedito ulteriori sviluppi.[10] Non ha impedito, però, di far sì che il sottoscritto facesse "blip" in qualche altro radar femminile,[11] probabilmente mi toccherà friendzonare mio malgrado una terza damigella in pochi mesi.

Mi sia consentito un voletto pindarico. Qualche tempo fa un gattino randagio era davanti alla porta di casa ad aspettarmi per farmi le feste. Giocherellone e affettuoso, incurante del rischio che avrei potuto allontanarlo in modo poco gentile. Il giorno dopo era di nuovo lì, sul pianerottolo, altrettanto affettuoso e giocherellone, ne approfittai per scattargli una foto. E il giorno dopo era di nuovo lì ad aspettarmi. Mi si era affezionato senza contropartita. Ero sempre stato scettico e beffardo tutte le volte che qualche gattara mi diceva che "i gatti ti scelgono", stavolta ero stato "scelto". Gli ho allungato uno straccetto di carne avanzata, che ha mangiato facendo le fusa come un trattore a regime. Non l'ho accolto in casa perché non posso permettermelo, ma non ho più perso occasione di dargli qualche avanzo.

Da allora sono comparsi altri gatti.[12] L'odore dei residui di brodo di pollo è stato un richiamo irresistibile. Commisi il madornale errore di darne un po' per ciascuno, e qualche gatto più famelico già cercava di arraffare ciò che non gli spettava, addirittura aggredendo a zampate.[13] Da allora ho accuratamente evitato di dar da mangiare agli altri gatti, e fatto sempre la guardia al micetto "che mi ha scelto" fino all'ultima leccata alla scodellina. I gatti ingordi e quelli mafiosi, nel giro di qualche settimana, non si sono più fatti vivi. Non è che morissero di fame, eh, visto che nei giorni in cui si saziavano dal vicinato non sprecavano troppe energie per passare anche dalle mie parti.

Uno di loro che era sempre stato piuttosto sfuggente e sospettoso, si è a poco a poco trasformato in un coccolone machiavello. Le carezze sono sempre gratis, ma sei fuori tempo massimo per guadagnarti il pranzo. E dopotutto ci dev'essere più di qualche gattara nei dintorni, visto che non sembri affatto dimagrito. Se l'altro mangia e tu no, è perché l'altro quando non era garantito che avesse nulla in cambio è stato giocherellone anziché evasivo, è stato affettuoso anziché diffidente, era l'intimidito anziché il mafioso. E poi se do qualcosa a te, andrai comunque anche dalla gattara per fare il bis e il tris. Spiacente, un randagio basta e avanza - e mi basta quello che mi ha scelto pur non ricevendo niente in cambio.

Anche se detestano a morte il sentirlo accennare, le donne sono come quei gatti randagi. Opporturnismi, fusa interessate, mafia, sgomitare per salire un gradino più su, c'è chi cavalca la giostra finché non riesce ad accasarsi, e in generale non si stancano mai di controllare se il radar fa "blip".[14] Uno come me può commuoversi di fronte ad un offrirsi gratuito e senza certezze, ma resta indifferente - se non diffidente - di fronte a una contrattazione (come l'orco femmina di cui sopra, che aveva "visto qualcosa in me" ma già pianificava di riconfigurarmi per bene), e non troppo convinto della sincerità delle fusa di chi evidentemente cerca di scroccare un pasto gratis.[15]


1) Come scriveva un amico, «praticamente tutti i consigli normie su come approcciare le ragazze si basano "sull'essere se stessi": ma se il me stesso vuole sapere se l'hai data a mezza Casalpusterlengo, perché dovrei fingere di essere un altro al quale non interessa di essere cornuto ancor prima di nascere?».

2) Mi diverto spesso a punzecchiare questi giovincelli che credono di essere edgy perché disprezzano la "verginella" e trovano addirittura consigliabile stabilire una relazione con una "che ha esperienza" (cioè un troione). Che poi è un modo infantile di nascondere la disperata voglia di far sesso (cioè la droga di cui sono disperatamente schiavi). La "verginella", infatti, potrebbe "avere i suoi tempi", o addirittura decidere di aspettare fino al matrimonio.

3) Salvo rare eccezioni, una donna non ha altro da offrire in cambio che sesso (e manutenzione figli), servizi di casa, e compagnia. Tutte le menate sull'innamorarsi, sui "progetti insieme", eccetera, sono un sentimentalismo piuttosto passeggero (ed infatti per il sacramento del matrimonio occorre un libero impegnarsi, non un dolce infatuarsi; è un contratto a vita, non un certificato di avvenuto giretto di farfalle nello stomaco). Doveva saperlo bene il don Giussani, che non ebbe mai tempo da perdere sui sentimentalismi se non in modo canzonatorio. E no, non è un discorso di emancipazione o banalmente economico (dopotto la moglie che lavora finisce sempre per sacrificare tempo che avrebbe potuto dedicare ai figli; e mi fermo qui perché il filone è piuttosto vasto, costellato di tabù e di neo-dogmi a cui han finito per credere anche tanti cattolici), ma si viene etichettati talebani e retrogradi a farlo notare.

4) "Quando hai vent'anni ti ci vuole la mogliera": una società che procrastina tranquillamente oltre i trenta e vede il primo figlio quando già sfiora i quaranta e comincia a pensare di tirare i remi in barca, è matematicamente una società di vecchi. Vecchi che sentono l'urgenza di "finalmente" accasarsi, e di avere una bestia da compagnia, possibilmente umana. Non ci sarebbe da ridire se non fosse così frequente. Lascia sgomenti il veder quasi ovunque che il pieno del matrimonio è nei quaranta anziché nei venti.

5) Qualche giorno prima lo stesso amico mi aveva esibito il profilo Facebook di un'altra possibile riconfiguratrice che riteneva adatta ai miei gusti: "tutta casa e chiesa" (salvo poi esibirsi in bikini in spiaggia in foto "pubbliche", probabilmente con qualche sottinteso) annuncia trionfante l'autodiplomato sensale, precisando che lei viaggia solo coi pellegrinaggi parrocchiali e fa la babysitter. Poi, nell'enfasi del momento, si lascia sfuggire che "se si trucca è anche caruccia". Sfodero fulmineo il deprecabile Wilde - "il volto di un uomo è la sua autobiografia, il volto di una donna è la sua fiction" - e le grasse risate probabilmente rinviano l'inconsapevole poveretta al prossimo Buon Partito che si premureranno di procurarle.

6) Sto braggando senza sosta.

7) Le manifestazioni d'affetto non sono rarità nemmeno da parte di donne che ti avevano friendzonato irrevocabilmente nel momento esatto in cui si erano accorte della tua esistenza, senza possibilità di appello.

8) Che è pure uno dei principali motivi per cui la tomistica insistenza del movimento sul partire dalla realtà mi trovò sempre così entusiasta.

9) Magari lei minaccerà di abbandonare anche la Chiesa, senza rendersi conto che ciò implicherebbe che se io avessi corrisposto ai suoi sentimenti la sua fede sarebbe stata una finzione intesa a tenermi buono.

10) C'è stato un periodo in cui il mio blog era salito in vetta alle ricerche per una paginetta intitolata "innamorarsi di una persona sposata" in cui riflettevo sul caso di persone di mia conoscenza che in nome di un'infatuazione hanno scatenato inutili pasticciacci. Viste le keyword con cui veniva raggiunta la pagina fui costretto a toglierla: le ricerche erano tutte autogiustificatorie.

11) La solitudine è una brutta bestia, beato chi può desiderarla.

12) Sembravano più presenti quando il vicino cucinava carne alla griglia.

13) "Siccome qui si mangia, allora è mio territorio!".

14) A costo di urtare qualche sensibilità, devo ricordare le tre droghe irresistibili per la donna: ricevere attenzioni, sentirsi "validata", e ovviamente i soldi. Il "buon partito" sta bene a soldi, ti circonda di attenzioni e ti convalida ogni volta che ne hai voglia. Ovviamente c'è sempre un "partito" migliore del tuo a fare "blip" sul radar, e quando sarà diventato troppo oneroso fare monkey-branching esternerai la solita pioggia di micro-veleni addosso a quello che era "buon" partito.

15) Al gattino randagio è andata bene, a me da giovane non andò bene - e non è andata bene nemmeno alla lettrice dei miei scritti, che si è trovata friendzonata non per il suo valore "economico" e sociale, non per il suo aspetto fisico, non per la sua storia, ma perché non aveva ancora scoperto che il sottoscritto ha ancora una missione da compiere.

3 commenti:

JP ha detto...

Tre note:

1) Non ci sono più "brave ragazze da marito" in CL? Ai tempi in cui frequentavo il movimento (seconda metà dei '90) si vedevano coppie incontrarsi, formarsi e sposarsi spesso in tempi relativamente brevi.

2)Il matrimonio come vocazione, chiamata : se ne parla ancora?

3) il No al sentimentalismo si porta dietro il rischio che si dica No al sentimento tout court. Ho incontrato nel movimento parecchia gente con evidenti carenze di empatia, amicizie e rapporti di coppia più declamati a parole che vissuti anche affettivamente per non pensare che l'antisentimentalismo fosse una scusa e una foglia di fico dietro cui nascondere i propri limiti caratteriali e psicologici. A vedere certe coppie cielline mi sono spesso chiesto come simili rapporti potessero sussistere. Troppe parole, troppo ragionamento, troppo fare e poco affetto, poca tenerezza, poca "umanità". Infatti da don B. a M. sembra che ci sia la fila di coppie in crisi che dopo vent'anni di No al sentimentalismo, di matrimonio e un certo numero di gigli non ne possono più.

JP ha detto...

Tre note:

1) Non ci sono più "brave ragazze da marito" in CL? Ai tempi in cui frequentavo il movimento (seconda metà dei '90) si vedevano coppie incontrarsi, formarsi e sposarsi spesso in tempi relativamente brevi.

2)Il matrimonio come vocazione, chiamata : se ne parla ancora?

3) il No al sentimentalismo si porta dietro il rischio che si dica No al sentimento tout court. Ho incontrato nel movimento parecchia gente con evidenti carenze di empatia, amicizie e rapporti di coppia più declamati a parole che vissuti anche affettivamente per non pensare che l'antisentimentalismo fosse una scusa e una foglia di fico dietro cui nascondere i propri limiti caratteriali e psicologici. A vedere certe coppie cielline mi sono spesso chiesto come simili rapporti potessero sussistere. Troppe parole, troppo ragionamento, troppo fare e poco affetto, poca tenerezza, poca "umanità". Infatti da don B. a M. sembra che ci sia la fila di coppie in crisi che dopo vent'anni di No al sentimentalismo, di matrimonio e un certo numero di figli non ne possono più.

Sara Corsi ha detto...

Bravo, hanno usato le parole di Giussani a modo loro!Hanno travisato tutto!