È pur vero che in questa landa brulla e desolata chiamata Italia, e ancor peggio nel resto delle barbare terre dette Unione Europea, procreare è pressoché autolesionismo sociale.[2] Le millemila agenzie educative hanno il potere di devastare tutto ciò che tenti di trasmettere alla tua prole. Guardo con crescente desolazione questi ragazzetti che prima della Prima Comunione sono già a conoscenza di elaborate bestemmie, elaborate volgarità sessuali,[3] e non si muovono da casa se non hanno la garanzia che a destinazione (come pure durante il tragitto) sia disponibile almano il Uài Fài e la possibilità di ricaricare la batteria.
Contrariamente alla vulgata filoamericanista in vigore nel movimento presso i soggetti più anziani,[4] la barbarie non viene solo da oriente ma soprattutto da occidente. I resoconti delle desolanti porcherie divenute cronaca quotidiana in America erano perfetta anticipazione di ciò che sta avvenendo da noi.[5] Quell'espressione di don Giussani, «se ci fosse un'educazione di popolo tutti starebbero meglio», mi tocca ogni giorno, si è rivelata precisissima. Manca esattamente l'educazione di popolo. I vostri buoni valori di genitori, una volta, avrebbero trovato corrispondenti buoni valori nei parenti, nei genitori del vicinato, nei genitori dei compagni di scuola e negli insegnanti, nei genitori dei compagni di gioco, di palestra, al cinema, sui giornali, in televisione, su internet... Quantomeno statisticamente avevate un solido supporto.[6] E questo solo nei termini "educazione di popolo", che è più generico e di società cristiana.
In quest'ultimo mezzo secolo, Con la sostanziale caduta dell'ultimo bastione - quello delle parrocchie - sono bastate un paio di generazioni per passare da paese cattolico a paese anticattolico.[7] I titanici sforzi di valorizzare il Magistero postconciliare sono efficaci quanto le grida dei tifosi ad una squadra che in campo sta solo arrancando in attesa che passino i rimanenti ottantanove minuti di gioco per poter andarsi a sdocciare e a cenare in trattoria.[8] Siamo di fatto già nelle catacombe, siamo già prossimi al momento in cui segretamente ci racconteremo di quando l'affiggere un volantone nella bacheca del posto di lavoro significava solo una ramanzina e una vaga minaccia di licenziamento.[9]
1) Roba che neanche l'imposizione politica del "figlio unico" in Cina.
2) Se la persecuzione fosse esclusivamente fiscale non funzionerebbe.
3) La scorsa generazione è stata rovinata equipaggiando la camera da letto dei figli con un televisore. Quella attuale viene rovinata equipaggiando i figli di connettività internet senza controllo.
4) Ha un che di comico il fatto che l'americanismo ciellino derivi pressoché esclusivamente dal fatto che don Giussani, nello studiare teologia protestante (e dunque immergendosi nella mentalità americana tradizionale), si limitò a presentarne aspetti suggestivi dal punto di vista educativo.
5) Troppo comodo lamentarsi del degrado morale evitando di notare che le sue due fonti principali - quelle a cui le produzioni provincialotte nostrane non si sono mai stancate di attingere - sono state Hollywood e l'industria musicale statunitense.
6) Come profetizzato da Chesterton, oggi non si può più dire pane al pane e vino al vino.
7) Si tratta di un anticattolicesimo più nel senso di allergia che nel senso di militanza ideologica, che parte dalla brama di crogiolarsi nella propria ignoranza. A suo tempo mio zio, tutto casa e parrocchia, nel dirmi "sei comunista senza saperlo" credette di dividere il mondo tra catto-salottieri e comunisti che non apprezzano il cattolicesimo da salotto.
8) Il circolo vizioso della perdita d'autorità: nessuno ti ubbidirebbe, perciò non comandi niente di scomodo, tanto meno punisci i malvagi; pertanto i malvagi fan festa e chi pure teorizzava la necessità di ubbidirti comincia a far le pulci a ciò che dici. Quando Pietro fu addolorato e rispose "Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo", quel dolore era dovuto anche alla solida sfiducia che sapeva di essersi legittimamente conquistato col triplice rinnegamento.
9) Le nuove belve sbrana-cristiani non sono più bestie africane d'importazione. Si consideri ad esempio il caso della dott.ssa Silvana De Mari.
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