L'idea che alla fine “i nostri eroi” sicuramente trionferanno è la riduzione laica della speranza cristiana della vita eterna ad una favoletta a lieto fine confezionata in formato commerciabile. La lotta tra il bene e il male viene ridotta ad un combattimento buoni-cattivi inscatolato in un contenitore sempre uguale: tipicamente quello cinematografico.
Il film-favoletta White House Down è l'ennesimo fastidiosissimo minestrone di amenità per bambine brontolone, miscelato a riposanti sparatorie con missili e bombe. Le imperfezioni della trama, della fotografia e degli attori sembrano addirittura pianificate per invitare lo spettatore a miscelare pezzi di realtà e di favole e a scegliere il cocktail che più gradisce. Quella scelta avviene nel momento in cui lo spettatore pensa: no, questo è impossibile, sì, questo invece è probabile: esattamente ciò che avviene all'ora dei pasti quando i telegiornali sembrano suggerirci di definire “ridicole” certe notizie e “allarmanti” certe altre. Ognuno si fabbrichi pure il suo sogno preferito sulla realtà, alimentandolo da stimoli teletrasmessi dalle centrali preposte allo scopo. Il film-favoletta che invita a costruirsi la propria realtà - cioè una qualsiasi edizione gradita al potere, ottenendo il risultato non con la forza bruta ma con un gradevole soft-power - è solo un fervorino nel mare magnum catechetico delle potenze di questo mondo.
Da un po' di decenni Hollywood promuove in modo assillante l'idea che il Santo Popolo Americano, pur coi suoi peccati e i suoi Giuda Iscariota, saprà sicuramente reagire ad un sorprendente attacco, un attacco “esterno” anche se interno. Che si tratti degli alieni o dei talebani, che si tratti di uno scienziato pazzo o dei nazisti, che si tratti di un supercriminale o degli zombie, quando avverrà qualcosa (non “se” avverrà, ma “quando”) il Santo Popolo Americano partorirà sempre il suo “eroe per caso” che prende decisioni istintivamente e perciò vince, che si innamora (mettendo a repentaglio il mondo intero a causa dei propri affetti) e perciò ugualmente vince, che nonostante tutte le avversità finisce per dimostrare sul campo di meritare fiducia e infine che per salvare gli USA e il mondo dalla inevitabile catastrofe occorrerà pagare un qualche spaventoso prezzo (in termini simbolici ed in termini di vite umane).
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