sabato 23 giugno 2012

Ciel-leaks

È passato più di un mese e mezzo da quando trapelò la lettera riservata che don Carròn scrisse al Papa, su richiesta di quest'ultimo, a proposito della nomina del nuovo vescovo di Milano. Chi conosce il movimento di Comunione e Liberazione non troverà alcuna sorpresa in quello che c'è scritto. Chi la legge con attenzione scopre che il giornale scandalistico-lamentoso che l'ha pubblicata ci ha fatto un gran favore.

Don Carròn, «ben consapevole della responsabilità» che si assume di fronte a Dio e al Papa, risponde a quest'ultimo accusando sinteticamente e senza giri di parole:
  1. la frattura tra “sapere” e “credere”, tipica della modernità, e la riduzione del cristianesimo ad “intimismo” e “moralismo”
  2. la crisi vocazionale “affrontata in modo quasi esclusivamente organizzativo”
  3. il problema dei libri liturgici che spezzano “l'unità tra liturgia e fede”
  4. l'insegnamento teologico che si “discosta in molti punti dalla Tradizione e dal Magistero”
  5. la “lettura sociologica stile anni '70” della presenza dei movimenti ecclesiali
  6. il “neocollateralismo” sinistrorso della Curia
  7. il “malinteso senso del dialogo” e “l'autoriduzione dell'originalità del cristianesimo”
Ora, sembra il programma di esercizi spirituali, oppure il materiale di lavoro per la scuola di comunità, fate voi: sono esattamente i problemi del cattolicesimo italiano (non solo ambrosiano), anche se altrove vengono espressi con parole diverse. E don Carròn, nell'elencarli, indica come uomo capace di riconoscerli e affrontarli Angelo Scola.

Deludendo molti infaticabili lobbisti dei sacri palazzi, Benedetto XVI ha scelto proprio Scola - e non è affatto detto che lo abbia fatto anzitutto per seguire il parere di don Carròn.

Il cardinal Scola è già al lavoro. Tra poco meno di quattro anni e mezzo compirà i 75 anni, età in cui il Diritto Canonico gli impone di dare le dimissioni da vescovo diocesano. Affrontare seriamente problemi come quelli elencati richiederebbe almeno un paio di generazioni di duro lavoro; Scola ha solo il tempo di dare un colpo di timone verso la direzione giusta.

Accusarlo di “ciellinizzare” la diocesi ambrosiana è lo stesso atteggiamento di un drogato che grida di essere sano e felice. In Italia, infatti, è largamente diffuso il vizietto di pensare che non conti l'uomo ma l'etichetta politicoide che volente o nolente gli è stata cucita addosso dai media.

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