giovedì 18 dicembre 2025

La tipa del cestino offerte

Solitamente siedo in uno degli ultimi banchi, per non aver compagni di banco durante la Messa. Anche se mi lascia un po' in apprensione lasciare il giubbotto incustodito quando vado a fare la Comunione. Quella domenica il sacerdote era in ancor più trenordico ritardo, per cui mi alzo per affacciarmi in strada un minutino, come per accertarmi che la Messa non fosse stata rinviata. Lì accade l'inaspettato.

La sorella di una parrocchiana mi si aggrappa al braccio, visibilmente scossa e trattenendo a stento le lacrime, e racconta di come non riescono a svincolare i soldi della defunta madre. Sembrava un tipico piantino femminile, magari strumentale a indagare un sospetto corteggiatore della sorella. Aggiunge però qualche dettaglio che mi fa pensare che soffre di depressione (niente male come prima interazione da una di cui ancora non conosco neppure il nome). Con garbo cerco di svincolarmi e tornare tosto nei banchi. La Messa, per fortuna, c'è.

Una mezz'oretta più tardi riappare per piazzarmi il cestino delle offerte sotto il naso. Con vigore tale da non permettermi di fingere di non averlo visto. Avevo la postura tipica di chi sembra mezzo addormentato, allo scopo di segnalare che neanche stavolta avevo intenzione di mollar soldi (non sono poi così propenso a contribuire a spese discutibili). Agita vigorosamente il cestino, per attirare la mia attenzione. Alzo leggermente la testa ma in modo da non incrociarne lo sguardo, e con un cenno della mano faccio capire “la prossima volta”. Per un attimo resta ferma come una statua di sale, per poi finalmente arrendersi e passare oltre. Magari la prossima volta non ci sarò. Ho comunque una settimana per elaborare un alibi credibile e “far quadrare le partite doppie senza far peccato mortale”, come la santa Francesca Cabrini.

La domenica successiva, implacabile, al momento della raccolta delle offerte c'è di nuovo lei, a piazzarmi il cestino sotto il naso. Come se fosse ancora mossa dalle paure finanziarie che mi elencava una settimana prima, come se ci fosse ancora traccia dell'ansia che l'aveva portata fino alle lacrime. Stavolta, però, son preparato, e sgancio qualcosina. Quasi non crede ai suoi occhi: pur non osservandola ne percepisco la sorpresa, è la prima volta - da quando si è autoincaricata di girare col cestino - che mi vede mollare gli schei. Sembra allontanarsi trionfante, ha convertito zio Paperone.

Una settimana dopo si autoincarica del cestino un'altra parrocchiana: stavolta niente obolo. Ma la prossima domenica si avvicina a grandi passi. Se c'è di nuovo lei? La mia sgomitante resistenza verrebbe interpretata come tirchieria, e quindi si sentirà motivata a farmi una partaccia (per quel poco che si può fare durante una Messa), o magari fare escalation fuori dalla chiesetta. Attimi di pre-panico.