“Stanno facendo insegnare a tutti il digitale”, mi disse con un po' di entusiasmo il nonno mentre nel televisore scorrevano immagini di panciuti anziani in giacca e cravatta che fingevano di seguire attentamente una lezione. Per un attimo osservai il nonno e pensai con orrore alla possibilità che le sue ultime parole in vita potessero essere proprio come quelle. “Il digitale”, perbacco, “insegnare a tutti”, per giove!
La vita del nonno si va lentamente spegnendo. Mangiare, dormire, guardare la tv tutto il giorno, che è diventata di fatto il suo tabernacolo. Gli eventi che per un attimo lo svegliano dal torpore sono insignificanti come quella conferenza su qualcosa di digitale ripresa dal telegiornale regionale, che mi ha commentato sorridendo. Un sorriso che è più un invito a fargli compagnia che la gioia per una conferenza sul “digitale”, digitale di non si sa che cosa.
L'ultima volta che sono stato da loro ho sentito il nonno lamentarsi che la sua vita non vale la pena essere vissuta. Forse lo diceva solo per attirare l'attenzione. Voglio sperare che l'abbia detto in un momento in cui si sia reso conto di cosa significhi donare le ultime ore della propria vita alla televisione.
Se avesse un po' di fede forse sarebbe tutto diverso. Ma ha vissuto per una vita intera senza mai esserne attirato. Ha visto il male che certi preti hanno fatto a me e alla mia famiglia. Sarebbe già una grande grazia se accettasse, anche solo per simpatia, di ricevere gli ultimi sacramenti (buona parte della grande grazia consiste nella decenza liturgica e umana del prete che si troverebbe ad amministrarglieli).
Nessun commento:
Posta un commento